Mafia merda!
Augusta nella camera mortuaria veglia i cadaveri di suo figlio Nino e di Ida, sua nuora incinta di 5 mesi. Un temporale scuote la notte di Villagrazia di Carini, Augusta crede che la pioggia sia arrivata fin dentro la camera mortuaria perché sente sgocciolare l’acqua, ritmicamente, vicino a lei. Non è la pioggia, lo scopre presto, ma il sangue che ancora scorre dalla testa di Nino e confluisce, goccia per goccia, in un secchio , messo lì come quando perde un rubinetto o lo sciacquone del cesso. Augusta non strilla, non si strappa i capelli, vuole solo stare accanto a suo figlio, a Ida, alla sua nipotina sigillata brutalmente nel ventre materno. Vincenzo invece perde la calma, e quando un agente di polizia gli consegna il portafoglio di suo figlio, trucidato sotto i suoi occhi, lo scaglia violentemente contro il muro. Un foglietto fuoriesce nell’impatto, un biglietto che cade nelle mani sbagliate e che consegna il delitto di Nino Ida e della loro bimba al silenzio e all’omertà : “se mi succede qualcosa andate a cercare nell’armadio di casa”.Questo il contenuto del biglietto e quando Vincenzo apre quell’armadio è troppo tardi, due perquisizioni lo hanno preceduto, hanno fatto pulizia e a Vincenzo e ad Augusta Agostino resta la rabbia ed un segreto di stato.
Gianluca deve credere e stare zitto. Gianluca deve credere agli inquirenti che gli dicono
(continua)
Se vuoi sostenere questo sito, Richiedi uno dei nostri libri e combatti con noi il degrado culturale.
Commenti
Inserisci il tuo commento