Vendola preferisce Casini a Di Pietro
- Vendola preferisce Casini a Di Pietro -
di Paolo De Gregorio, 2 agosto 2012
Buon sangue cattolico non mente! Al dunque la comune appartenenza religiosa prevale sui proclami, peraltro fumosi, ideologici, letterari, e Vendola è pronto per un governo progressista con chi aveva Cuffaro tra le sue file e con un PD che cambia sigle, ma ha da 40 anni la stessa dirigenza politica divisa su tutto e inamovibile.
Il caro leader Vendola non tiene nemmeno conto delle lezioni della storia recente, che lo hanno visto partecipare con Rifondazione Comunista al governo Prodi, dove il suo partito non ottenne nemmeno una briciola e dove fu costretto a votare a favore dell’ampliamento della base americana di Vicenza e del rifinanziamento dei nostri interventi militari all’estero. E Rifondazione passò da circa l’8% all’espulsione dal Parlamento.
Poi gli inceneritori con la Marcegaglia e il polo ospedaliero con Don Verzè farebbero venire dubbi anche ai cerebrolesi.
Ma ciò che lascia sgomenti è la disinvoltura con cui si passa dalla foto di Vasto e da una apertura totale a Di Pietro, a una posizione opposta, apparentemente per i legittimi inviti di Di Pietro al Presidente Napolitano che, che non avendo nulla da nascondere, dovrebbe rendere pubblici i contenuti delle sue telefonate sulla trattativa Stato-mafia.
Grillo, Di Pietro e il fatto Quotidiano, sono stati lasciati soli dalla Casta politica a sostenere il peso delle accuse a Napolitano e il sostegno ai PM di Palermo, e Vendola in modo incredibile, con uno sgusciare da vero democristiano, si è unito al Coro, nella speranza di partecipare ad un governo che non conterà nulla.
Ma la cosa ridicola e patetica è che questa famosa Casta, corrotta, piena di soldi e privilegi, autoreferenziale, padrona della RAI, screditata come non mai agli occhi dei sudditi, non decide più niente, poiché di fronte alle difficoltà ha accroccato e votato un governo tecnico capace di fare il lavoro sporco per conto delle banche e delle multinazionali, in una cornice della globalizzazione in cui le decisioni non le prende più la politica ma le prendono i capitalisti, le holding finanziarie, il dominio militare per arrivare alle materie prime, le speculazioni sulle monete.
E la cosa ancora più ridicola ed incredibile è che questa Casta screditata e ininfluente, accusi il M5S di Grillo di essere l’antipolitica, mentre questo Movimento è l’unica organizzazione politica, con la P maiuscola, che ha un programma scritto, consultabile in Rete, e che dichiara apertamente che non si apparenterà con nessuno.
Se questa gentaccia è compatta ad attaccare Di Pietro, Grillo e il Fatto Quotidiano, significa che meritano il nostro voto e la nostra scelta in edicola, e lo dico a quel 57% di cittadini che ci ha consegnato la splendida vittoria ai Referendum, su acqua, nucleare e impunità per B.
Possiamo trasformare le prossime elezioni in un Referendum contro la mala politica e costringerli a cambiare mestiere.
Paolo De Gregorio
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