I figli saran pezz'e core ma... la Mamma??
Ho appreso (come molti miei colleghi) il fatto che sul n°8 di MAMMA non ci sarebbero state vignette. Nè le mie né quelle di altri.
Così, come un fulmine a ciel sereno, a freddo e senza nemmeno quel minimo di vaselina che ti aspetti in casi così.
Così dopo 5 o 6 numeri portati avanti "anche" col sostanziale contributo (gratuito) di vignettisti più o meno famosi del web (Laurenzi, Darix, Romaniello, solo per citarne qualcuno) ci vediamo bypassati da un fantomatico "progetto-ombra" di cui né io e nemmeno gli altri eravamo a corrente.
Ecco quindi che un manipolo di "trepidanti autori di serie A" tra cui Kanjano, Biani, Gubitosa, Gaudio e altri (tutti eccellenti, per altro) rimettono mano al progetto MAMMA in 4 e 4otto e ne fanno un giornale diverso.
Ora, io non discuto gli obiettivi (cambiare la linea editoriale del giornale? si può fare... eccome se si può)
Non discuto nemmeno la libertà di un imprenditore quale Carlo di sterzare la rotta e di cambiare direzione e scelte editoriali (in fondo il grosso del finanziamento economico parte da lui).
Non discuto nemmeno il nuovo MAMMA, per certi aspetti più “giornalistico”, più adulto e più organico (grazie anche alla direzione editoriale del bravissimo Kanjano).
Dico solo: perché non dirlo prima?
Perché non dire ai tuoi fedeli collaboratori di sempre qualcosa tipo “Ragazzi, scusate ma… dobbiamo cambiare strada… vogliamo fare scelte diverse e le vignette preferiamo sacrificarle…. Che ne pensate? Vi scoccia?”.
Così sarebbe stato un discorso chiaro, sincero e, soprattutto “schietto”…
Perché invece apprendere le cose a giochi fatti?
Perché nessuno ha comunicato qualche mese fa l’intenzione del cambio di rotta?
Perché sentirsi addosso questa velata patina dell’escluso dopo che si è portato (ognuno col suo piccolo contributo) questo giornale da 0 ad avere quel minimo di visibilità e stima che ha oggi?
In sintesi, ritengo che ci sia stata una clamorosa “mancanza di stile” nel modo in cui si sono portate avanti le cose. Pazienza ci fossero stati rapporti prettamente economici (in quel caso, business is business) ma qui si era in primis tra “amici”, tra persone che avevano condiviso idee, progetti, riunioni, tempo ed energie…
Fare come è stato fatto lo ritengo un colpo basso davvero inqualificabile che ha fatto “scazzare” più di un collega che si è ritrovato da un giorno all’altro escluso dal “giro mammofilo” (un paio mi hanno pure telefonato ma francamente non ho saputo cosa rispondere).
Orsù signori, non si fa così… cazzarola, tra “amici” non te le aspetti ste cose… tra amici, intendo.
Tra editori stronzi no, tra gente arrivista nemmeno, quella è la prassi... ma tra persone amiche?.....
O magari sono io che non ho capito un cazzo di come funziona il mondo nonostante la mia non verdissima età?
Senza rancor,
Voster semper voster
PV
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