Lo spirito del Natale
Botte da orbi tra preti ortodossi e sacerdoti armeni nella Chiesa della Natività a Betlemme. Liti plateali in pieno centro a Milano tra Babbi Natale e zampognari per accaparrarsi uno spicciolo in più da una folla imbarazzata. Sembra che la cupa atmosfera di crisi che permea questo Natale abbia, ahimè, attecchito anche nell’animo di coloro che meglio dovrebbero rappresentarlo al di là della plumbea congiuntura del momento. Come non temere allora, da parte di noi comuni mortali in trepida e costante attesa delle Sante Festività per lasciarci alle spalle spauracchi e frustrazioni, come non temere che altre ferali notizie nelle prossime ore giungano dal fatato mondo di chi per sua natura dovrebbe essere buono e generoso. Scontato prevedere allora il principale telegiornale della Lapponia interrompere le trasmissioni serali per annunciare con raccapriccio la notizia di una strage di turisti da parte di un branco di renne affamate dal crollo in Borsa della Muschi&Licheni S.p.A. Ancor più inquietante immaginare gli gnomi che costruiscono i giocattoli nel laboratorio artigianale di Santa Claus incrociare le braccia in reazione ai diktat padronali e sfogare la loro rabbia su cavallucci a dondolo e bambole di pezza in una sorta di fiabesco luddismo alla fratelli Grimm. Che dire poi dell’ormai ossessiva voce di corridoio che vedrebbe i Re Magi, ridotti sul lastrico dal crack della Cometan Brothers, disposti a ingannare il Bambin Gesù offrendogli in dono oro, incenso e mirra made in China anziché gli originali depositati al sicuro in una banca delle Isole Cayman. E meno male che il 6 gennaio è ancor lungi da venire… Raffigurarsi la faccia raggrinzita della Befana sbattuta in prima pagina in quanto tenutaria di un bordello di quart’ordine per broker depressi e speculatori infoiati costringerebbe noi adulti a riadattare il vecchio adagio popolare e annunciare ai bambini, dopo aver loro premurosamente accarezzato il capo, che l’Epifania tutte le illusioni si porta via.
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