Grazie don Verzé, facciamo a meno
La Pet Tac è operante all’ospedale Moscati di Taranto. L’annuncio viene dato con grande risalto sui quotidiani. Titoli esultanti parlano di fine dei viaggi della speranza. All’inaugurazione ufficiale, grandi passerelle di personaggi in cerca di pubblicità in prossimità delle elezioni amministrative. C’era anche chi non ha mai fatto niente e verosimilmente continuerà a non fare niente per questa città. Transeat. È così da sempre. Godiamoci questo momento importante nella vita delle strutture sanitarie tarantine. Il prossimo purtroppo è facile da prevedere: la mancanza di personale impedirà il pieno funzionamento. Per noi cittadini è comunque un giorno di festa. Sapere di avere una macchina capace di una buona diagnosi è un grande risultato. Come dicono i medici: una buona diagnosi è già mezza cura. Ma il vero motivo di gioia è un altro. Finalmente non faremo più i viaggi della speranza e quindi … finalmente la smetteranno di pensare al S. Raffaele del Mediterraneo. Ricorderete, spero, che questo ospedale d’eccellenza doveva essere costruito proprio per evitare i viaggi della speranza (in verità perché a farsi curare a Taranto erano solo quelli che non avevano i soldi per pagarsi un biglietto per il treno fino a Milano). E quindi il miracolo è fatto. Non ci sarà più bisogno dell’opera del beato don Verzè perché quello che si doveva fare con 120 milioni (per iniziare), è stato realizzato con soli tre milioni e mezzo. Ed è già operativo, pensate. L’assessore regionale ha chiesto addirittura di renderlo prima funzionante (è operativo dal 20 settembre), e di inaugurarlo a posteriori. O tempora, o mores, sconvolgono le regole del marketing. O forse aveva semplicemente molto da fare fino al giorno della così detta inaugurazione.
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