L'orgia degli addii
Web in lacrime all’annuncio della morte di Steve Jobs.
Per tutta la giornata di giovedì miriadi di messaggi, tweet e post hanno invaso chat e social network della galassia telematica per esprimere il rimpianto di migliaia di internauti nei confronti della prematura scomparsa del genio informatico della Silicon Valley.
Viene allora spontaneo volgere lo sguardo all’orticello di casa nostra e immaginare quali potrebbero essere le reazioni nazional-popolari il funesto giorno in cui verrà annunciata la dipartita del genio infoiato delle siliconate alias Silvio Berlusconi.
Nessun saluto via etere per il nostro antidiluviano premier ma frotte di addii nelle più svariate forme da parte delle sue fan più riconoscenti.
Centinaia di struggenti saluti tracciati col rossetto nei bagni degli autogrill di mezza Europa dove il Nostro era solito far accostare la macchina per caricare accidentali passeggiatrici che lo risollevassero dalla noia dei consessi internazionali.
Caterve di priapi dell’amore lucchettati alla cancellata di Arcore in ricordo degli spensierati simposi notturni su temi del tipo “Dalla monaca di Monza alla patonza: quando basta levarsi il vestito”.
Cumulonembi di segnali di fumo che si levano dai copertoni bruciati lungo i viali dell’hinterland milanese dove il Cavaliere si recava personalmente al calar della notte per ricordarsi nostalgicamente del luogo dove tutto aveva avuto inizio (Ah, la Luisona era la Luisona…).
Una piramide di simpatici peluche con addosso la maglietta “Senza sono ancora meglio” da parte di nugoli di ragazzette disperate che, avvinghiate alle mamme fuori dal portone listato a lutto di Palazzo Grazioli, sbuffano uno sconsolato «Uffa, proprio adesso che toccava a me!».
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