Dal classismo al sessismo: il nuovo welfare con le tette
Ci e' stata segnalata una lettera d'archivio apparsa su un quotidiano locale pugliese, la "Gazzetta del Mezzogiorno" del 24 gennaio 2011.
Un ex operaio dell'Ilva di Taranto con una figlia malata scrive a Berlusconi per un sostegno economico, forse affascinato dalle leggende di ragazze bisognose aiutate a suon di quattrini, olgettine foraggiate per spirito umanitario e zoccole a libro paga per tenerle fuori dai giri della prostituzione.
Ma purtroppo l'operaio in questione non ha tra le gambe la sua "social card" in pelle umana e per lui non c'e' niente da fare. La risposta negativa per conto del Premier arriva da tale Valentino Valentini, che Wikipedia descrive come ex di Publitalia, rappresentante di Berlusconi a Mosca e parlamentare nullafacente: "dal 2006 - scrive l'enciclopedia - non ha presentato nessun progetto di legge come primo firmatario, mozione, o ordine del giorno".
Valentini spiega all'operaio che il caso e' di "estrema difficolta'" perfino per Papi, che c'e' gente che sta peggio di lui e che comunque "l'avviamento al lavoro ha le sue regole e nessuna autorita' puo' agire in deroga".
A meno che l'autorita' non sia il capo dei capi che vuole avviare alla professione di estetista con l'acquisto di un laser da 60 mila euro una giovane minorenne bisognosa, nonche' nipote di un presidente egiziano.
Ma niente paura, dice Valentini: "i comuni possono decidere interventi di sostegno a fronte di un grave disagio economico documentato". Peccato che anche gli enti locali siano alla canna del gas: e' la dura selezione naturale del nuovo "Welfare con le tette".
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