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democrazia sparita

13 maggio 2011 - paolo de gregorio

- democrazia sparita -
di Paolo De Gregorio, 11 maggio 2011

Tramontata l�ideologia comunista che prometteva ai lavoratori di diventare classe dirigente e di emanciparsi dallo sfruttamento, finita ogni speranza di cambiamento sostanziale del rapporto tra le classi sociali, scomparsa la sinistra ormai appiattita sul modo capitalista di produrre, con buona parte dei sindacati a libro paga confindustriale, ecco le masse lavoratrici oggi: deluse, passive, senza futuro, con abbondanza di precari e disoccupati, che votano per la Lega e per Berlusconi.

Tutti i partiti stanno comodi nel �Palazzo� e hanno perso il contatto territoriale con le masse popolari, tranne due �poteri forti�, anzi fortissimi, che sono il sistema televisivo e la Chiesa cattolica.
Tenendo conto che un rapporto con la cultura, i libri, i giornali, viene tenuto solo dal 20% degli italiani delle classi colte e borghesi, l�80% degli altri italiani ha le informazioni esclusivamente dalla televisione e dal rapporto con la Chiesa.
Perché ci stupiamo del ventennio berlusconiano, ormai apertamente dittatura clerico-fascista, attraverso una telecrazia monopolista e opprimente?

Tutte le idee che circolano oggi, le mode, gli orientamenti sessuali, l�estetica, sono fabbricate con ingenti mezzi, con cadenza quotidiana, implacabili come le gocce che scavano le rocce, senza che nessuno possa opporsi con strumenti dello stesso peso.
L�8 per mille alla Chiesa cattolica (circa duemila miliardi delle vecchie lire l�anno), il suo capillare sistema di parrocchie, opere, scuole, ospedali, radio, televisioni, è la vera anomalia della nostra democrazia, in quanto dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, la destra si è trovata sempre il sostegno elettorale dell�apparato vaticano.

Il colpo di grazia è arrivato negli anni 80 con la fine del PCI e la consegna, da parte del governo Craxi del monopolio delle TV private al suo compare di P2 Berlusconi.
Da allora in poi il sistema democratico si è rapidamente deteriorato, i lavoratori hanno subito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro, introdotto per legge il precariato con la complicità sindacale, l�immigrazione e le delocalizzazioni all�estero hanno fatto il resto, con più lavoro nero e guerra tra poveri.
A livello costituzionale poi la vergogna dei continui attacchi alla magistratura, le leggi ad personam, fino a mettere in discussione l�indipendenza della istituzione giudiziaria e l�uguaglianza costituzionale dei cittadini di fronte alla legge.

Eppure, di fronte a questa emergenza democratica, nessuno chiede di riscrivere le regole del gioco, perché è ormai evidente che per giocare bisogna essere in due e se le carte le dà uno solo, e per di più truccate, non c�è partita.
Leggo oggi su �il Fatto Quotidiano� che lo scudetto del Milan sarà festeggiato a Milano domenica prossima, giorno di elezioni, e si stima che ciò valga il 4% in più dei voti dei milanesi.
Chi gioca queste carte, tira fuori milioni, possiede il sistema TV, può essere considerato un candidato normale, in �par condicio� con i suoi avversari?

Solo due regole tassative ci possono riportare in democrazia:
- abolizione dell�8 per mille e di qualunque aiuto alla Chiesa cattolica, che deve vivere con il consenso economico dei suoi fedeli, e abrogazione del Concordato
- smantellamento del duopolio TV, con un solo canale RAI, senza pubblicità, con il direttore generale eletto dai cittadini che pagano il canone, e nessun privato può possedere più di un canale televisivo.

Chi non si rende conto, movimenti e individui, che non viviamo in democrazia, e che queste regole sono assolutamente necessarie, non può pensare di cambiare nulla e ci ritroveremo in monarchia ereditaria, con i figli di Berlusconi con i soldi, le Tv, e la poltrona del padre, come nella Corea del Nord.
Paolo De Gregorio

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