Dal Giappone il fumetto che dice no al nucleare
Nana Kobato è una studentessa delle medie. Un giorno si trova a visitare una mostra fotografica sui bambini iracheni contaminati da proiettili all'uranio impoverito e ne rimane profondamente impressionata. Tanto da decidere di cominciare un percorso per approfondire il "lato oscuro" del nucleare. E' lei la protagonista del manga di Rokuro Haku, disegnatore giapponese figlio di una sopravvissuta di Nagasaki, la cui edizione italiana, curata dal centro di documentazione "Semi sotto la neve" e dall'associazione "Altrinformazione", è stata presentata in "prima" fiorentina all'istituto tecnico Leonardo Da Vinci.
No alla guerra, no al nucleare - questo il titolo del fumetto, che costa 10 euro - affronta, attraverso il linguaggio immediato del disegno, adatto ai giovanissimi, la cronaca degli incidenti nucleari nel mondo, i rischi legati all'uso militare degli scarti delle centrali, e fenomeni come la "sindrome del Golfo" e la "sindrome dei Balcani" che hanno colpito militari e civili nelle cosiddette "guerre umanitarie". L'idea di fondo è che non esiste un nucleare "pulito", senza applicazioni militari derivate e senza rischi inaccettabili, né tantomeno "armi sicure" all'uranio impoverito senza vittime di guerra.
Il manga è stato realizzato anni prima del disastro di Fukushima, per sensibilizzare il mondo di fronte a situazioni come quella afghana e irachena, ed è arrivato in Italia, dopo lunghe complicazioni legate alla diffidenza degli editori, nel 2010. Ma oggi, a due mesi dalla crisi giapponese, in un momento in cui il dibattito sul nucleare è più che mai al centro dell'attenzione, non potrebbe essere più attuale. Da qui la decisione di presentarlo agli studenti dell'istituto tecnico, con un dibattito al quale è intervenuta Yukari Saito del centro di documentazione "Semi sotto la neve", lettrice di giapponese all'università di Pisa e testimone del terremoto di due mesi fa, che ha intrattenuto i ragazzi con una lezione sui rischi del nucleare, cominciata con foto e proiezioni di quanto avvenuto in Giappone a marzo.
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