Bin Laden e' appena morto, e gia' si fa rimpiangere
Che diritto abbiamo di festeggiare la morte di uno che ha ucciso migliaia di innocenti per le idee malate in cui credeva? Non facciamo lo stesso anche noi quando celebriamo gli altari della patria, le parate degli eserciti, i deliri di Ignazio La Russa che hanno mietuto migliaia di vittime in terra straniera?
Vogliono farci credere che il male assoluto e' stato debellato dal mondo a colpi di revolver, ma nessuno ci mette in guardia dalla coglioneria di una nazione che preferisce uccidere i leader del terrorismo piuttosto che fargli vuotare il sacco su tutto quello che sanno. Che fretta c'era di uccidere Bin Laden? Se proprio volevano sfogarsi, c'erano modi molto piu' raffinati. Bastava condannarlo a vita a passare i controlli di sicurezza negli aeroporti otto ore al giorno, e poi si sarebbe suicidato di sua spontanea iniziativa.
Oppure farlo intervistare da Fabio Fazio in diretta, per il gusto di vedere se ne sarebbe uscito meglio di Marchionne. Ma adesso tutte quelle informazioni sono sepolte in fondo al mare, assieme a tante password di conti correnti sparsi nei paradisi fiscali del mondo. Mister Bin avrebbe potuto aiutarci a scoprire se le teorie complottiste sull'11 settembre sono delle emerite minchiate o delle elaborate deduzioni, mettendo fine ad un decennio di annose polemiche, avrebbe potuto mostrarci dati alla mano che Mafia, Potere politico, Potere finanziario e Terrorismo sono quattro facce della stessa medaglia, avrebbe potuto rivelare che per catturare i suoi complici e' meglio bombardare le banche svizzere che le grotte afghane. Avrebbe potuto fare una intervista doppia con Saddam se non avessero avuto fretta di far fuori anche lui.
Ma tutto questo adesso e' perso, come lacrime nella pioggia. Piangere le vittime di questa guerra infinita al terrorismo non ci impedisce di rimpiangere anche il cattivissimo Bin Laden, mentre voi cacciatori di teste danzate con lo scalpo in mano, noi continueremo a pensare a tutto quello che avrebbe potuto dirci se non gli avessero sparato in testa.
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