Un manga per dire no al nucleare
Fukushima, Chernobyl, Three Mile Island e gli altri incidenti alle centrali nucleari. Ma non solo. Anche la vera storia delle micidiali armi all'uranio impoverito, la Sindrome del golfo e quella dei Balcani per denunciare una volta per tutte che non esiste un "nucleare pulito". E tutto raccontato da un Paese come il Giappone che in questi giorni vive sulla propria pelle il rischio atomico.
Una cronaca che, come in un instant book, spiega con chiarezza i retroscena dell'incubo nucleare. E lo fa usando come linguaggio il manga, uno dei prodotti più riusciti del Made in Japan. Ma la storia non ha ancora un lieto fine. Sono ancora molti i governi che si affidano al nucleare, troppe le guerre all'uranio impoverito, troppa la solitudine di soldati e civili rimasti vittime da questi armamenti moderni.
Uscito dalla penna di Rokuro Haku, figlio di una hibakusha, sopravvissuta a Nagasaky, per la casa editrice giapponese Godo Shuppan, il manga "No alla guerra, no al nucleare", è stato pubblicato il 5 marzo in edizione italiana per i tipi di Mamma.am.
Un lavoro collettivo, ideato nel 2006 a seguito della terza conferenza internazionale della Coalizione Internazionale per la messa al bando delle armi all'uranio impoverito dal Centro di Documentazione "Semi sotto la neve" di Pisa ed elaborato in collaborazione l'associazione Altrainformazione. L'opera è stata curata dal fisico giapponese Yuko Fujita e da Hisataka Yamazaky, esperto attivista del Centro giapponese per l'uranio impoverito.
Un fumetto-denuncia che attraverso le domande del personaggio Nana Kobato, studentessa 15enne, svela, con vignette, illustrazioni e foto verità firmate dal fotogiornalista Naomi Toyoda, tutte le menzogne sul nucleare.
L'opera mette in risalto anche il pacifismo nipponico antinuclearista. "Il Giappone ha una società civile – commenta Carlo Gubitosa di Altrainformazione - molto forte e attiva, poco visibile in Europa. Aver realizzato l'edizione italiana di questo libro è anche un modo per mettere in contatto italiani e giapponesi che si battono contro guerra e nucleare, anche e soprattutto in vista dei referendum in Italia".
Yukari Saito di Semi sotto la neve, appena rientrata dal Giappone, fotografa la situazione. "A solo due settimane dalla devastazione che ha colpito una zona così vasta, non è ancora il momento delle polemiche, ma dei soccorsi e degli sforzi per evitare una catastrofe nucleare. Ma, quanto sia stretto il legame tra l'industria nucleare civile e quella militare lo spiega bene il nostro fumetto". E il Giappone si mobilita, con gli antinuclearisti che scendono in piazza. "Il 27 marzo – dice Saito - si sono svolte due manifestazioni per dire No alle centrali nucleari: un corteo a Ginza, nel cuore di Tokyo, l'altra a Nagoya".
"Tra i numerosi esponenti per il no all'energia nucleare – spiega ancora Saito - senz'altro c'è il Citizens' Nuclear Infomation Center che, sin dallo scoppio dell'incidente di Fukushima, sta giocando un importante ruolo come fonte attendibile e scientifico di informazioni".
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