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Rassegna Stampa

Mamma!, questa sì che è satira

Intervista su magzine, il quotidiano online della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica. L'avranno capito che siamo un po' anticlericali?
22 aprile 2011 - Rosa Ricchiuti

Mamma! numero 5. Un numero sull'Africa e la Follia, 56 pagine di rivista, 28 pagine di fumetti, 0 pagine di pubblicita'.  Per riceverlo: www.mamma.am/abbonati  Hanno scritto, disegnato e collaborato:  Adelmo Monachese Alessio Spataro Andrea Bersani Andrea Frau Andrea Pazienza Andy Ventura Antonella Marrone Bertolotti & De Pirro Bicio Fabbri Bubbamara Carlo Crudele Carlo Gubitosa Christian Mirra Darix Edoardo Baraldi Egle Bartolini Ellekappa Enea Discepoli Enrico Bertuccioli Fabio Magnasciu

Non riceve finanziamenti pubblici né introiti pubblicitari, ma è ancora in piedi. E i lettori aumentano. Diretto da Carlo Gubitosa, il portale di informazione satirica Mamma!raccoglie sempre maggiori consensi. Nato dalla deriva degli inserti satirici di Liberazione e l’Unità, Mamma! vuole proporre una satira libera, slegata da padroni, in modo interessante e impegnato. Che non risparmia nessuno. «Mamma! – rivela Carlo Gubitosa - nasce dalla deriva di un gruppo di naufraghi che ha deciso di utilizzare questo giornale come una zattera di salvataggio. Molti di noi sono giornalisti e vignettisti reduci dagli inserti satirici Emme de l’Unità e Paparazzin di Liberazione. Un tempo quegli inserti erano le colonne della satira. Ma il mercato editoriale ha chiuso tutti gli spazi e abbiamo deciso di autoprodurci. Mamma! raggruppa importanti firme e matite: Staino, Ellekappa, Mauro Biani, Frau e Acquaviva.

Come riuscite a finanziare le pubblicazioni? 
Il nostro più grande obiettivo era quello di far nascere una satira libera, senza padroni. All’inizio abbiamo dovuto affrontare un grande problema: se l’obiettivo del magazine fosse stato l’edicola, si sarebbe imposto l’obbligo di diffondereMamma! almeno in 20 mila rivendite sparse sul territorio nazionale per una spesa di centinaia di migliaia di euro. E la soluzione più ovvia a coprire i costi sarebbe stata quella di farsi ospitare da un giornale di partito. Siamo riusciti a restare indipendenti grazie ad un progetto di editoria sostenibile. Il primo passo è stato quello di lanciare una raccolta di piccole sottoscrizioni su internet ricevute da chi ha apprezzato il nostro sito. Poi abbiamo lanciato una campagna di “microabbonamenti”: tutto ciò senza chiedere prestiti. Il terzo passo sarà la distribuzione di Mamma! nelle fumetterie a partire dal 2011.

Perché questo nome, Mamma!?
È una parola liberatoria, per chi si è annoiato per come girano le cose. Proponiamo una satira slegata dai suoi grandi padri fondatori. Su questo abbiamo pubblicato il Manifesto della nuova satira. Vogliamo diffondere un’informazione libera, svincolata da padri e padroni, contro il paternalismo e il padronato.

Quante persone collaborano alla testata?
Al cartaceo collaborano più di 40 autori tra matite e penne. Sulla pagina web sono molti di più.

E la crisi?
È il periodo più schifoso della storia dell’editoria italiana. Il primo aprile il nostro governo ha fatto un vero e proprio blitz abolendo le tariffe agevolate per le riviste in abbonamento. Il costo delle spedizioni è quintuplicato. Può sembrare paradossale, ma ci costa molto più spedire la rivista che stamparla.

Sull’edizione cartacea di Mamma! compare la rubrica “Terapia di gruppo, vignette per esorcizzare mister Berlusconi e togliercelo finalmente di testa”. Ma la “terapia” funziona?
Decisamente sì. Il numero di Mamma! in uscita è completamente deberlusconizzato. Dopo aver lasciato che la sua presenza occupasse tutti gli spazi vitali - politica, economia, editoria, sport e anche la satira - ci poniamo il problema di disintossicarci.

Siete mai stati querelati? 
Ancora no, nonostante il sottotitolo della rivista: se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira.

Minacce? 
Sì. Quando la Busi si dimise dalla conduzione del Tg1, creammo un finto doppiaggio in cui lei si lamentava delle azioni di Minzolini utilizzando parole “colorite”. Dopo poco tempo ci arrivò un messaggio con l’indicazione che avrebbero provveduto a segnalare il video alla polizia postale. E così lo abbiamo nascosto sulla pagina web. Ma lo abbiamo pubblicato su Youtube dove ha superato le 100mila visualizzazioni.

Molte penne e matite famose danno il loro contributo aMamma!. Perché collaborano? Li pagate?
No, non vengono pagati. Dedicano il loro tempo e spendono il loro talento su questo progetto perché credono ancora nella satira. È come se si facesse un gioco di squadra che salvaguarda l’interesse dei lettori. Il nostro motto è: guadagnare zero o guadagnare tutti.

Un impegno ripagato dal Premio satira politica sul web 2009, ricevuto a Forte dei Marmi
Per noi è stata una grande rivincita di fronte a tutti i giornali che ci hanno snobbato. E poi questo riconoscimento ripaga gli sforzi fatti per autofinanziarci e creare una satira libera dagli ordini di qualsiasi padrone. Il sogno editoriale sta prendendo forma. Insomma, respiriamo questo progetto a pieni polmoni e, dato che i polmoni sono due, stiamo lanciando anche una collana di saggi dalle tematiche sociali. Il primo volume è dedicato al tema dell’uranio impoverito. Amiamo le sfide. Più sono impossibili e più ci piacciono. 

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I satiri, i fumettari e i giornalisti di Mamma! condividono un progetto ambiziosorealizzare la prima rivista italiana di giornalismo illustrato e satira d'inchiesta libera da Padroni, Pubblicita', Prestiti bancari e Partiti politici, le "quattro P" che inquinano e avvelenano l'informazione italiana.

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