Fonemi pericolosi
E c’ha ragione sì a voler intervenire il prima possibile sulle intercettazioni in quanto frutto di deleteri equivoci e nefasti travisamenti.
Basti pensare al clamoroso incidente occorso in occasione della telefonata fatta da Berlusconi all’Associazione Nazionale della Mamme riunite a Padova per l’annuale resoconto sull’attività svolta.
Al momento del collegamento telefonico del premier, la linea, che già in precedenza aveva dato segnali di disturbo in occasione dell’altrettanto autorevole intervento del sottosegretario alla Famiglia Giovanardi sul tema “Mamma, mannaia e mammana: nostalgia del passato o speranza per il futuro?”, aveva restituito a una platea a dir poco spiazzata le seguenti testuali parole: «Poiché vantiamo una cultura che predilige l’amore e rifiuta l’invidia, cerchiamo di essere un governo amico delle donne e soprattutto delle mamme».
Tempo che le agenzie di stampa riportassero papale papale la dichiarazione del presidente del Consiglio e nel giro di poche ore la maggioranza aveva cominciato a liquefarsi in mille rivoli di distinguo e risolute prese di distanza come mai prima di allora.
Si racconta di una Daniela Santanchè assalita da improvvisa paresi mandibolare ipobotulinica, di un Ghedini visto sbattere ripetutamente la testa contro il muro al ritmo cadenzato di «Io ci rinuncio, io ci rinuncio, io ci rinuncio…», di uno Scilipoti mestamente risedutosi tra i banchi dell’Italia dei Valori dopo uno sconsolato «Non c’è agopuntura che tenga», di un Gasparri indifferente all’accaduto perché rapito dall’ipnotica e misteriosa giostra dei tornelli all’ingresso di Montecitorio.
Venuto a conoscenza solo a distanza di ore dell’imbarazzante quiproquo lessicale da cui tutto era scaturito e prima che l’irreparabile si riversasse sul governo, il premier si è affrettato a diramare tramite Palazzo Chigi l’esatta dicitura della sua chiacchierata telefonica di qualche ora addietro: «Poiché vantiamo una cultura che predilige l’amore e rifiuta l’invidia, cerchiamo di essere un governo amico delle gonne e soprattutto delle mammelle».
Sospiro di sollievo generalizzato tra i banchi della maggioranza e dichiarazione soddisfatta di Berlusconi al termine di una giornata tanto travagliata: «E anche questo ostacolo è stato superato. D’altronde non c’è niente che mi spaventa: lo sanno tutti che a me piace la sfida».
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