Mario Adinolfi: minchiate allo stato brado
Per la nostra rubrica di biologia, oggi analizzeremo una specie animale tipica di habitat politici depressi come il Partito Democratico.
Si tratta del Mario Adinolfi, una varietà zoologica mutaforma che passa dalla DC al Partito Popolare per affacciarsi sulle primarie 2007 del PD come "l'uomo nuovo di internet", capace di rinnovare stanze ancora piene di fax, ciclostile e tavolette d'argilla. Dopo la batosta delle primarie, diventa uno dei cento "più uguali degli altri" che scrivono lo statuto di un partito sedicentemente democratico, e da allora si è ritagliato una nicchia biologica di sopravvivenza, dove si nutre di ospitate televisive e collaborazioni giornalistiche senza mai perdere di vista l'hobby del poker.
Oggi osserveremo il Mario Adinolfi allo stato brado, cioè quando scrive in libertà sul suo blog senza telecamere o taccuini indiscreti che potrebbero comprometterne la spontaneità. Settimane di appostamenti con la troupe di National Geographic hanno dato i loro frutti: Adinolfi è stato sorpreso a scrivere che "quello degli studenti è un movimento stupidino, roba rituale, autunnale. Con l'inverno tutto finisce. La riforma Gelmini andava sostenuta, contiene elementi positivi" (...) "mi viene quasi voglia di rivalutare Anna Serafini, parlamentare da sei legislature perché moglie di Fassino" (...) ". "La Meloni è capace e ha fatto approvare un pacchetto da 300 milioni di euro a favore degli under 40". Dallo Zoo del PD è tutto, arrivederci alla prossima puntata.
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