Rilettura di un classico del barzellettiere berlusconiano sulla scia della manifestazione “Se non ora, quando?”
Appena saputo del milione di donne in piazza solo per lui, dicono che Silvio Berlusconi abbia all’improvviso chiuso il book con le foto delle nipoti dei capi di stato esteri e si sia lasciato andare a uno sconsolato «Sarebbe stata meglio una piazza e mezza».
Poi, da inguaribile ottimista quale è sempre stato, avrebbe aggiunto un generoso «Vabbè, vediamo di accontentarle».
Quindi, fatto chiamare precipitosamente il povero elicotterista nel suo giorno di riposo, gli avrebbe ordinato di mettere in moto le pale per prepararsi a sorvolare sulla pletora di femmine eccitate che stavano invocando il suo nome in centinaia di città italiane.
Mano a mano che l’elicottero passava di ammucchiata in ammucchiata la libido del presidente del Consiglio pareva toccare vette mai raggiunte nei pur voluttuosi sotterranei di Villa San Martino.
All’inizio un quasi inibito Cavaliere mandava alle accalorate elettrici solo timidi baci e languide carezze.
Allora il fido Fede, come sempre a fianco nei momenti di massimo godimento, avrebbe spronato il premier a lanciare un paio di denti finti pur di far felice almeno qualcuna delle femmine imploranti.
L’avveduto Mora, anch’egli presenza fissa nelle occasioni di piacere intenso, avrebbe invece consigliato a Berlusconi di gettare una decina di crini sacrificati alla ricrescita per farne contente
il quintuplo.
Il servizievole Bondi, profondo conoscitore dell’eros del capo, gli avrebbe suggerito di far precipitare a pioggia qualche milligrammo di botulino dagli zigomi per soddisfarne quantomeno la metà.
A quel punto l’elicotterista, ancora scocciato per la domenica in famiglia persa a causa dell’ennesimo capriccio del suo datore di lavoro, si sarebbe così rivolto al Cavaliere: «Ah dotto’, si butti lei che le fa godere tutte».
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