le paure di Ratzinger
- le paure di Ratzinger -
di Paolo De Gregorio, 11 gennaio 2011
L’educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni paesi europei costituisce una minaccia alla libertà religiosa.
Questo l’ultimo delirio senile del “pastore tedesco” che vorrebbe cancellare il potere e la laicità della democrazia a favore di una cultura religiosa oscurantista e integralista, sogno impossibile che però ci rivela le vere paure del Papa, quelle inconfessabili.
Come tutti i preti, egli sa bene che la maggior parte delle adesioni ad un credo religioso si forma negli anni giovanili, dove è più facile inculcare dogmi e “verità”, quando la capacità critica ancora è debole e dove, normalmente, nelle scuole, i soli autorizzati a trattare la materia sessuale sono gli insegnanti di religione che propongono esclusivamente e monopolisticamente il modello cristiano.
La laicità dello Stato, solennemente scolpita nella Costituzione, palesemente viene violata, gli insegnanti di religione sono pagati dallo Stato, ma vengono designati dalla Curia, si finanziano scuole private a carattere confessionale tagliando risorse alla scuola pubblica, si finanzia con l’8 per mille una religione che dovrebbe vivere con le proprie risorse, gravando lo Stato di un servizio per la raccolta di questa tassa, anche essa sottratta alle casse statali.
Vista nei fatti, e non nella teoria, la laicità dello Stato è una barzelletta.
Ma se andiamo a vedere un po’ più in profondità, il terrore che esprime il Papa per una educazione sessuale scientifica, conoscitiva, che non prevede sensi di colpa, che considera la sessualità un piacere da vivere usando gli strumenti della contraccezione, evitando gli aborti, usando dunque la ragione e la conoscenza, è il terrore di perdere terreno con una proposta confessionale fatta di rinunce, paure, fatalismo, castità.
E’ qui, sul terreno della educazione sessuale, che si può fabbricare una mentalità irrazionale, che rimuove e frustra pulsioni naturali, che accetta regole fissate da altri. Si forma una personalità che più facilmente si avvicinerà alla religione, una pecorella docile che si farà guidare nella vita e nel lavoro.
Perdere il monopolio in questa materia è letale per qualunque religione.
Il gusto che si prende a ragionare con la propria testa, alla conoscenza scientifica, a praticare il piacere, a gestire il proprio corpo, a scacciare paure e divieti, poco si concilia con l’irrazionalità religiosa e spesso in questo punto i cervelli e le strade si dividono.
Per uno Stato laico dovrebbe essere obbligatorio eliminare nelle scuole l’insegnamento della religione ed offrire, al suo posto, una seria educazione sessuale che formi i giovani in una materia così importante e decisiva per il loro futuro personale e sociale.
Nella Chiesa si conosce bene il problema e si chiede ai sacerdoti ed alle suore di rinunciare alla sessualità affinché essi trasmettano efficacemente questa cultura.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: in ogni parte del mondo da parte del personale ecclesiastico si sono verificati abusi sessuali, molestie, pedofilia, atti di sadismo. Affidarsi a questi “educatori” risulta assai pericoloso.
I preti nuocciono gravemente alla salute mentale, se li conosci li eviti.
Paolo De Gregorio
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