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Per il Sudan

8 gennaio 2011 - Fabio Bellacicco

Non so se avete la minima idea di cosa significhi crescere in Sudan (nel caso stia leggendo anche la Gelmini, ci troviamo in Africa Centro-Orientale): il cibo scarseggia, tanto che da quelle parti Armani riesce a vedere solo fino alla taglia 40, l'acqua potabile manca nella gran parte dei villaggi e le cure mediche di base sono come un'apparizione in tribunale di Berlusconi.
In questo scenario si colloca il rientro, dal nord verso il sud, di circa 800 mila persone, per il referendum che si terrà il 9 gennaio, riguardante l'indipendenza della regione meridionale. Tra questi si stimano più o meno 500.000 bambini che andranno incontro ad un periodo di avversità quali fame, malattie, fino al rischio di essere sfruttati, come degli Scilipoti qualsiasi ma senza ricevere nulla in cambio.
Intanto continuano gli arresti sconsiderati, di natura esclusivamente politica e in barba alle norme che salvaguardano i diritti umani e la libertà di stampa, di attivisti di organizzazioni non governative e giornalisti, che se fossero italiani difficilmente dirigerebbero il TG1.
Così, Save the Children da mesi lavora ad un piano di emergenza per fronteggiare il nuovo scenario: incremento delle riserve di cibo, medicine e tende; tanto che Bertolaso appena l'ha sentito si è subito stupito della mancanza, in zona, di un bel centro massaggi.
Sfortunatamente tutto questo non basterà, perciò la Onlus ha lanciato anche un appello, per puntare una lente d'ingrandimento sull'Africa e sensibilizzare i Paesi ricchi a fare di più.
L'Italia su questo campo è parecchio indietro; infatti, il nostro Governo, spesso criticato dalle maggiori Ong per i tagli effettuati agli aiuti promessi ai Paesi del cosiddetto 'Terzo Mondo', difficilmente si interessa di africani, a meno che non siano alla soglia dei 18 anni e con delle ottime abilità da ballerine di lap-dance.
Perciò il sommarsi dell'infinita povertà economica e sanitaria, e lo scarso se non quasi nullo rispetto per i diritti umani, fa presagire un referendum del tutto irregolare, manco fossimo a Mirafiori, e con parecchio spargimento di sangue. Tanto che La Russa per un istante potrebbe confonderla con una nostra 'missione di pace', ma senza petrolio.
Per cui state attenti, come urlo di solito alle ragazze durante il bukkake: "Non chiudete gli occhi".

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