Vade retro, veritas!
Dura presa di posizione tra le mura vaticane a fronte degli sprezzanti giudizi che, secondo l’ormai celebre sito di rivelazioni Wikileaks, sarebbero stati di recente espressi da funzionari statunitensi in merito a politica ed esponenti della Santa Sede.
La diplomazia d’Oltretevere ha infatti convocato un’apposita conferenza-stampa allo scopo di controbattere una ad una le pesanti insinuazioni a partire dall’umiliante rimprovero di una lacunosa conoscenza della lingua inglese. «Altrimenti i nostri sacerdoti come avrebbero fatto ad avvicinare tutti quei bambini irlandesi» ha tuonato un indispettito cardinal Tarcisio Bertone. Quando poi i giornalisti gli hanno chiesto una traduzione dell’epiteto yes man appioppatogli dall’ambasciata a stelle e strisce, lo stesso avrebbe risposto: «Mi dispiace, l’età avanza e non mi ricordo più il genitivo della quinta».
Palpabili momenti di imbarazzo, col segretario di Stato a guardarsi attorno e chiedere ripetutamente «Perché? Che ho detto?», interrotti solo da padre Federico Lombardi, portavoce papale, che ha estratto il suo Blackberry nuovo fiammante per respingere l’infamante accusa di scarse capacità comunicative della Chiesa contemporanea. La trovata sarebbe risultata di sicuro effetto se nello stesso instante non si fossero levati da parte degli altri porporati fulminei esorcismi con tanto di acquasantiera scagliata in direzione dell’infernale marchingegno.
Per quanto riguarda infine l’affermazione per cui il Sommo Pontefice si opporrebbe all’ingresso di Ankara nell’Unione Europea, immediata e puntigliosa è giunta la precisazione della segretaria vaticana: «Ciò non significa che il Santo Padre si opporrebbe invece a un ingresso dell’Europa in Turchia, magari rispolverando quell’antica tradizione di scampagnate in Medio Oriente al seguito di croci e cavalieri».
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