La posta di Ratzinger
Santità, umilissimo e genuflessissimo ho deciso di scriverLe, perché sono sempre stato un cattolico osservante.
Mi sono sposato in Chiesa tanti anni fa, ho sempre considerato sacre ed eterne le regole di vita che ci imponeva la Santa Madre Chiesa, ho sempre versato gioiosamente l’8 per mille, come del resto si è visto benissimo nella pubblicità che mi ha reso famoso in TV, ho sempre mandato i miei figli e i miei nipotini a catechismo con somma visibile soddisfazione – a volte anche eccessiva – del mio parroco, ho sempre pagato di tasca mia e volentieri le prostitute puttane che ho frequentato e anche il test HIV che facevo fare loro ogni volta, ho ulteriormente pagato sempre di tasca mia e un po’ meno volentieri il silenzio di quelle povere sfortunate schifose troie ricattatrici che ovviamente avevo messo incinte, ho fatto i salti mortali per non destare sospetti per non farmi sgamare come lo stronzo che sono da mia moglie, e ovviamente mi sono sempre regolarmente confessato dopo ogni puttan tour e ho accuratamente evitato di tornare a casa senza aver ricevuto un’assoluzione completa, in modo da non offendere mai la sacralità del mio matrimonio, perciò confido che Sua Santità comprenderà facilmente il mio vago disappunto la mia fottuta incazzatura per questa novità del preservativo.
Come direbbero dalle Sue parti, Santità, cioè a Roma, “che te possino”, oppure “ma aperture de che”, ma anche “vattenammoriammazzato te e l’aperture de li mortacci tua”. Il fatto, Santità, è che a noi fedeli osservanti le novità come queste non piacciono proprio, non siamo minimamente interessati alle aperture della Chiesa, anche perché, scusi l’ardire, se c’era da aspettare fino al 2010 per poter usare i preservativi con le cortigiane puttane allora potevate svegliarvi anche prima, non è poi così difficile da comprendere eccheccazzo.
Certo, Santità, ovviamente da oggi in poi le venditrici di sesso puttane mi costeranno molto meno, perciò potrei anche ringraziare la Sua santa provvidenza, ma non è questo il punto, è una questione di principio. Se mi posso permettere, Santità, sempre genuflessissimo e penitentissimo, oserei dire che nessuno di noi aveva preteso che Lei legiferasse in questo senso Le aveva chiesto proprio un bel cazzo di niente. Se noi veri fedeli osservanti avessimo voluto vivere secondo regole variabili a seconda dell’epoca, del buonsenso e dei progressi culturali della società civile, ci saremmo senz’altro affidati ad una qualsiasi rispettabile assemblea legislativa ad un qualsiasi cazzo di parlamento di merda, non certamente a Nostro Signore salvatore e detentore della verità eterna.
Il cattolicesimo, Santità, sempre con rispetto parlando e sempre prostratissimo e mortificatissimo, non è modificabile con leggerezza non è neanche per il cazzo un fottuto mutuo a tasso variabile. La imploro di non modificare e dunque offendere ulteriormente i sacri dettami del culto, non vorrei che tra qualche tempo venisse fuori che anche gli omosessuali vanno bene i ghei non sono più froci o altre amenità minchiate di questo tipo.
PS: Se per caso la Sua santa sensibilità si fosse urtata a causa delle eventuali parolacce disseminate qua e là, Le domando scusa, ma per la stesura della lettera mi sono fatto aiutare da mia figlia, che, anche se spesso mi porta a casa ragazzi dall’aspetto poco rassicurante, ascolta la musica metallica e indossa magliette con disegni artistici che mi pare si chiamino ‘pentacoli’, è una brava ragazza e una devotissima pecorella di Nostro Signore, e mi ha convinto che il linguaggio dei giovani avrebbe sicuramente dato un tono migliore alla lettera, dato che la Chiesa si sta modernizzando e ormai i giovani li capisce benissimo.
Suo devotissimo, fustigatissimo e giusto un po’ contrariato scazzatissimo,
Mario Rossi
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