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IL MISTERO DELLE LUMINARIE PERDUTE

Alla base della decisione di eliminare le luminarie natalizie multietniche di Via Padova a Milano c’è un fine ragionamento che la macchina del fango dei mistificatori di sinistra non ha compreso. E’ d’uopo chiarire i fatti.
26 novembre 2010 - Pier Katana (Iamatologo di periferia)

Il caso delle luminarie natalizie scritte in più lingue e sistemate a Milano nella multietnica via Padova, ha causato aspre critiche nel momento in cui sono state rimosse dall’assessore all’arredo urbano, il dentista biancocrinito dott. Maurizio Cadeo.
Come sempre la macchina del fango condotta dai soliti mistificatori, faziosi e cheghebegisti di sinistra, si è scagliata a folle velocità aggredendo chioma bianca Cadeo. L’invidia, che nutre gli animi degli untori rossi che seminano odio, ha oscurato il fine ragionamento che sta alla base della decisione di eliminare le luminarie scritte in lingue diverse dall’italico idioma. Il punto essenziale di tale decisione non è solamente riconducibile a un mero problema tecnico/burocratico scaturito dal non aver visionato il rendering finale del progetto luminarie.
Il vero e reale motivo della rimozione coatta di luminarie è nientemeno che il pericolo di “deriva verso i quartieri ghetto”. E per scongiurare questo rischio, il prode cavadenti Cadeo ha compreso che l’integrazione completa dell’immigrato deve avvenire attraverso la corretta conoscenza della lingua italiana, che è il primo punto di un ben più ampio e ambizioso progetto di integrazione che prevede, tra le altre cose, corsi intensivi di corretto “italian style” dove si daranno istruzioni su come non far scuocere gli spaghetti (purtroppo questi immigrati ancora non hanno compreso cosa significhi quel numero riportato sulla confezione), su come si fischia dietro a una bella ragazza conquistandola con delicati apprezzamenti, su come si cede il posto sul bus se sale una persona anziana o una donna in stato interessante, su come si fa rispettare la fila all’edicola della metropolitana, su come si reagisce civilmente se il cagnolino che non porti al guinzaglio scappa via tagliando la strada a una macchina che proprio in quel momento sopraggiunge e purtroppo te lo uccide.
Quindi, ben venga l’eliminazione delle luminarie scritte nelle altre lingue, perché lasciando quelle scritte in italiano (a una distanza di due chilometri l’una dall’altra, perché in mezzo c’erano quelle rimosse), oltre ad insegnare via etere gli auguri di Natale nella nostra lingua, si eviterà di ghettizzare un intero quartiere iniziando così un serio percorso che porterà a una civile integrazione.
A tal proposito, condividendo in pieno la decisione dell’arredatore Cadeo e auspicando che non ci siano dietro front di convenienza da pecoroni, propongo un elenco di modifiche urgenti da eseguire su tutto il territorio italiano affinché la nostra lingua possa divenire il collante dell’integrazione dei popoli nel nostro civilissimo paese:

- eliminare da tutti i manuali d’uso dei prodotti elettronici le lingue straniere (così oltre a risparmiare sulla carta la nostra lingua non sarà più relegata nelle ultime pagine);
- eliminare dalle impostazioni degli OSD dei televisori e dai menu di impostazione dei cellulari tutte le altre lingue (così si evitano attacchi di panico se malauguratamente si seleziona la lingua sbagliata e non si riesce a selezionare la voce giusta per rimettere l’italiano);
- eliminare da tutti i DVD sottotitoli e linguaggi non in italiano (così si rende più fluido il “main menu”, il film parte prima e si evitano di leggere gli avvisi sul copyright in diecimila lingue);
- eliminare da tutti i monitor dei bancomat tutte le bandiere degli altri stati (perché i colori della bandiera italiana sono più “fashion” di quelli delle altre bandiere);
- eliminare da tutte le confezioni di prodotti alimentari come pasta, biscotti, conserve barattoli ecc., tutte le traduzioni degli ingredienti nelle altre lingue (in modo tale che gli ingredienti in italiano siano scritti con una dimensione del carattere da non cecarsi gli occhi. E già che ci siamo eliminiamo anche le informazioni nutrizionali, perché francamente del valore energetico espresso in kilojoule riferito a una dose consumata da una formica non me ne frega na gran ceppa);
- eliminare dalle intestazioni delle ditte, società e cooperative italiane parole e nomi stranieri (in maniera tale da tutelare il “made in italy” che da questo momento diventa “prodotto in Italia”).

Il lungo e arduo percorso verso una convivenza multietnica dettata dalla perspicacia dei “disoccupati mentali” (per dirla alla maniera del senatore Girolamo Li Causi) che amministrano la nostra società si prospetta finalmente in discesa, una rassicurante discesa da fare senza freni per provare il brivido freddo di andare a sbattere contro un muro di cemento a duecento all’ora.
Speriamo solo che i cinesi non si incazzino e non decidano di scrivere tutti i libretti delle istruzioni dei loro prodotti nella loro lingua.
Li si che saranno cazzi per tutti!!!

PierKatana (Iamatologo di fama rionale)

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