La nuova scuola padana a misura di trota
Grazie all'incontro con un gruppo di giovani studenti di buona famiglia che bazzicano nei centri di recupero anni scolastici, ho avuto una chiara e lucidissima visione del futuro culturale del paese: "Io non farò un cazzo fino ai 18 anni, adesso voglio uscire e stare con gli amici, tanto non ho problemi perché vengo da una famiglia ricca, e nel mondo chi ha i soldi comanda e non c'è mica bisogno della scuola per riuscire nella vita, non c'è neppure bisogno di applicare l'intelligenza, mica si consuma, quelli che sono in televisione pieni di soldi secondo te quanto hanno studiato"?
Un ragionamento che non fa una grinza, e che sembra assurdo solo a noi che siamo stati plagiati col mito dello studio come crescita interiore per la promozione individuale e il riscatto sociale, mentre attorno a noi il mondo premiava gli ignoranti che si dimostravano abbastanza furbi da fregare anche i più istruiti, purché fossero abbastanza ingenui e fessi.
Per fortuna c'è chi sta mettendo fine a tutta questa retorica da libro Cuore, per tracciare i contorni della nuova scuola del terzo millennio: un luogo talmente democratico dove perfino ai più ignoranti coglionazzi si garantisce la possibilità di diventare assessori regionali.
L'annuncio è stato dato nel corso di un convegno organizzato dalla scuola Bosina di Varese di cui avevamo già parlato su queste pagine, l'istituto fondato dalla moglie terrona di Umberto Bossi e foraggiato con quei finanziamenti discrezionali affidati da Roma Ladrona ai signorotti locali, soldi che al nord servono a pasturare i feudi elettorali della Lega.
La ricetta del Carroccio per "risanare la scuola" è molto semplice: un anno in meno di scuola per il diploma, e solo 20 ore obbligatorie di scuola alla settimana. Il tutto è condito dalle minchiate di sempre, come il "federalismo scolastico" con l'assegnazione alle regioni dei pieni poteri sulla scuola.
Completano il sogno scolastico padano deliri come l'assunzione di personale a livello "locale" (basta con i bidelli calabresi in riva al Po!), e i soliti imbrogli che rimpinguano le casse del vivaio di Mamma Trota e di altri allevamenti scolastici di cernie, tipo il dirottamento dei finanziamenti pubblici alle scuole "parificate", e chi se ne frega della costituzione e della libertà scolastica vincolata all'assenza di oneri per lo stato.
Ma in realtà tutti questi progetti nascondono un grande e inconfessabile sogno di rivincita e libertà: è da secoli che gli ignoranti cercano la loro rivalsa sulle persone istruite, e finalmente si intravede all'orizzonte un'era in cui anche le più colossali teste di minchia potranno diventare i capi del mondo, e i ricchi padani non dovranno più preoccuparsi se i loro figli sono delle capre ignoranti, stupide e illetterate: li educheranno in casa alla scuola della furbizia.
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