Ultima fermata: Avetrana
Sul pullman c’è una signora che vende le pentole. Col microfono intorno al collo si agita mostrandole al pubblico con la consumata abilità del televenditore, assicurandosi che le pentole sono la perfetta riproduzione di quelle usate in casa Misseri.
Arrivati sul posto si è sommersi da una selva di telecamere, microfoni e macchine fotografiche dietro le quali si nascondono giornalisti pronti a carpire qualsiasi dichiarazione utile ai media. Sono lì da giorni… quanti? Qualcuno comincia a raccontare che ha perso il conto del tempo, che non riesce più a staccarsi dalla telecamera, che la sua famiglia ormai lo riconosce solo se appare sul video. Prendono d’assalto I “turisti” per avere una dichiarazione, qualsiasi qualcosa che possa dare un senso alla loro permanenza sul posto.
Tutti conoscono tutto, tutti sanno tutto…
Un venditore di corde mette in mostra il suo campionario giurando che la corda usata per uccidere Sarah a zio Michè l’ha venduta lui, se lo ricorda benissimo e chiede di essere ascoltato dal magistrato, di essere accusato di complicità per aver fornito l’arma del delitto: la sua famiglia lo sta guardando, non può perdere l’occasione di apparire almeno in una televisione locale. Qualcuno si fa fotografare davanti al cancello della villetta, davanti alla porta del garage e scherza sulla dinamica dell’accaduto, facendo ridicole smorfie mentre stringe le mani al collo dell’amica.
Poi a gruppi si entra nella villetta, si attraversano le stanze e… guarda, gli asciugamani, come quelli di mia zia Gina! Oh, le pentole sono quelle, c’aveva ragione la signora… no, dico, hai visto il mobile in cucina? Insomma, io non lo avrei scelto… chissà quanto avranno pagato le piastrelle del bagno, secondo me starebbero bene nel nostro, che ne dici? E per un attimo siamo in sala e stiamo guardando la faccia di Tognazzi e la moglie che discutono sul fatto che il muro davanti al quale i nazisti hanno appena fucilato dei civili starebbe bene intorno a casa loro…
Poi tutti giù nel garage, a vedere il luogo del delitto, a fotografarlo e farsi fotografare davanti al trattore o alla macchina di zio Michè e tutti giù a ridere quando quello s’infila nel bagagliaio della macchina rischiando di cadere a terra nel tentativo di farsi riprendere tra i cartoni messi li apposta ad uso e consumo del pubblico.
Poi si esce e si risale sul pullman. Ci si ritrova in piena campagna e ci si ferma per l’ultima tappa: il pozzo dove è stato ritrovato il corpo di Sarah. Si consumano le cibarie al sacco che si sono portate dietro e ci si appresta a visitare il pozzo al quale è stata messa una scala per calarsi giù e farsi riprendere al suo interno, così da completare il proprio bel set fotografico da portarsi a casa. Incontriamo una coppia intenta a riprendere la scena. Raccontano che sono lì da due giorni dopo aver comprato un pacchetto che comprende mappa dettagliata di Avetrana e dintorni, soggiorno in bed&breakfast, servizio completo con passaggio stampa-tv e dvd in omaggio sulla terribile tragedia. Quando se ne vanno qualcuno si lamenta che a noi la cartina non è stata data e si faranno sentire con l’agenzia, qualcun altro si consola pensando alle pentole.
È sera quando si risale sul pullman per tornare a casa.
Si spera di arrivare in tempo per vedere l'ennesimo speciale di Matrix dedicato alla vicenda…
Se vuoi sostenere questo sito, Richiedi uno dei nostri libri e combatti con noi il degrado culturale.
Commenti
Inserisci il tuo commento