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Il PD e la farfalla

5 settembre 2010 - Alessandro Verdoliva

Il PD ha una sola grande forza: la speranza, nei suoi elettori, che il PD possa cambiare. Non è poco. Osservando il moto browniano della sua burocratia, forse, è anche troppo. E la cosa peggiore è che non sanno nemmeno organizzare feste. Innanzitutto non può esserci una festa se c’è di mezzo Fassino, non solo non  porta i dischi ma ti resta chiuso in bagno per ore a vomitare perché non digerisce le tartine. Immagino che in pochi si saranno persi la performance di Piero, appena riesumato per l’occasione. Mettiamo il caso invitiate una persona dai provati rapporti con la mafia a casa vostra nel corso di una festa e i vostri amici lo fischino, voi cosa fate?

A)  Deplorate vivamente l'episodio.

B)  Esprimete profondo rammarico e solidarietà per l'indecente gazzarra.

C)  Prendete la cosa con un leggero sorriso, in fondo anche questa è democrazia.

 

Avete risposto A? E’ già un miracolo se arrivate alla fine del pezzo. Se, invece, avete risposto B, siete nel posto sbagliato al momento sbagliato. Infine, se la vostra risposta è C, non sapete più per chi votare.

 

A ben vedere, Fassino era contrario alla presenza di Schifani e lo ha detto chiaramente durante la contestazione: “La festa del PD è un luogo dove si discute e si mettono a confronto delle idee perché è un luogo dove si invitano anche delle persone che la pensano diversamente da noi", cioè altri del Pd.

Schifani, la “vittima”, da’ qua e là dell’antidemocratico. Sareste disposti a scommettere la verginità di vostra figlia minorenne che, quando veniva contestato Prodi, nel 2006, la reazione fu la stessa? (Come ha puntualmente fatto notare Carlo Gubitosa).

Il PD ci ha regalato ancora una volta un’immagine di sé aperta e dinamica come uno scafandro. Di questo passo non mi sorprenderebbe, trovandomi ad una festa del PD, imbattermi in un dibattito dal titolo: “Può la galera essere compatibile con un incarico istituzionale?”

 

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