Caro Umberto Bossi, tua moglie e' una terrona succhiasoldi
Hanno ragione i leghisti doc: per i terroni attaccarsi alla tetta del denaro pubblico e' un inguaribile vizio genetico, che resiste perfino al matrimonio con un padano di razza pura. Lo dimostra il caso della signora Manuela Marrone in Bossi, maestra elementare di lungo corso con grandi successi educativi a partire dal figlio "Trota".
La signora Marrone, originaria di Favara (Agrigento), non contenta di aver inquinato il ceppo della famiglia Bossi con un inadeguato corredo genetico, un bel giorno ha deciso di fondare una "cooperativa verde" che ha realizzato la scuola padana "Bosina" in quel di Varese.
E fin qui tutto bene, la costituzione riconosce la liberta' d'impresa e la liberta' di scuola "senza oneri per lo stato". Ma nella migliore tradizione del "libero" mercato, i profitti privati si fanno con soldi pubblici, e per far decollare la cooperativa il rischio d'impresa e' stato prossimo allo zero, grazie alla cosiddetta "Legge Mancia" che ha permesso ai leghisti (e non solo) di dirottare sovvenzioni sui propri feudi elettorali, come dimostra l'ottima inchiesta di Varesenews.it che proviamo a riassumere in tre punti:
- I comuni e gli enti locali sono alla canna del gas perche' gli hanno tagliato i fondi
- Ma con una apposita leggina sono stati erogati contributi discrezionali a pioggia, 100 milioni per il 2009, 30 per il 2010 e altri 30 milioni di euro per il 2011.
- E quindi ogni parlamentare puo' pasturare il proprio feudo elettorale assegnando piu' risorse ai comuni che portano piu' voti.
Non stiamo dicendo nulla di nuovo, la polemica sulla "scuola di mamma Trota" e' gia' scoppiata da tempo, e l'autodifesa sembra fotocopiata dal manuale Craxi del perfetto maneggione: "i soldi li prendono tutti". Come se l'associazione a delinquere sia un'attenuante.
E' quello che fa Bruno Specchiarelli, assessore provinciale ed esponente di spicco della Lega Nord in provincia di Varese: «È un attacco deliberato alla famiglia Bossi - dice Specchiarelli -. In tanti hanno usufruito della cosiddetta "legge mancia", non vedo perché si debba criticare solo la Lega Nord. Noi siamo una scuola paritaria riconosciuta a livello ministeriale: abbiamo fatto lavori per più di 800 mila euro e questi fondi vanno a pareggiare un debito che abbiamo contratto proprio per i lavori».
Benissimo, ora e' tutto chiaro: i soldi pubblici non sono serviti per la qualita' della didattica, o per offrire un servizio al territorio, ma per pagare i lavori effettuati su un edificio scolastico posseduto da una cooperativa privata. Maledetti terroni succhiasoldi!
La novita' di questi giorni, invece, e' che l'ingordigia di "Mamma Trota" non si ferma, e ora oltre alla scuola primaria vuole aprire anche un liceo linguistico, probabilmente per insegnare l'italiano come seconda lingua ai terroni che non perdono il vizio dei loro dialetti.
Il progetto e' gia' stato bocciato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI), ma la risposta della dirigenza scolastica del "Trota Institute" non si e' fatta attendere: di questa bocciatura ce ne sbattiamo i coglioni, il parere del CNPI non e' vincolante, aveva bocciato anche la riforma Gelmini ma poi e' stata approvata dagli esperti del Ministero della Pubblica Istruzione, che daranno ragione anche a noi senno' Babbo Trota fa cadere il governo.
E allora come dare torto ai leghisti e alla Gelmini quando se la prendono con gli insegnanti meridionali? Di fronte a questo fiume di denaro pubblico sottratto alla scuola pubblica riecheggiano le sagge parole di Umberto Bossi, pronunciate a Padova nel luglio 2008 col dito medio sollevato al cielo: "Non possiamo più lasciare martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord". Come quella terrona succhiasoldi di tua moglie.
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