Co.Co.Papa
Verba volant, scripta manent.
Prima che il dirompente “Il posto fisso non è tutto” pronunciato dal Papa allontani sempre più giovani dalla Chiesa, si annuncia a breve un’enciclica volta appunto a riformare il soglio di San Pietro in senso flessibile e moderno.
«L’obiettivo – fanno trapelare da Oltretevere – è quello di restituire l’immagine di un Santo Padre non arroccato sullo scranno pontificio ma disposto a vivere le stesse prove e sofferenze del suo gregge smarrito di fronte alle incertezze del mefistofelico mondo contemporaneo».
Il documento, non per niente intitolato “Pontifex precarius”, sostituisce anzitutto l’estatico concetto della “chiamata papale” con quello più elastico di “Papa a chiamata”, cui ricorrere solo nei casi di prammatica (dichiarazioni lesive dell’altrui sovranità, copertura omertosa degli abusi dei sottoposti, anatemi apocalittici contro il relativismo imperante).
Inevitabile quindi una drastica sforbiciata al budget: niente più papa-mobile rimpiazzata da un’utilitaria di seconda mano, basta ferie a Castel Gandolfo ma pernottamento alla pensione Maria Maddalena di Cesenatico, addio alle pantofole di Prada in cambio di un paio di espadrillas di tela.
Il testo in fase di stesura prevede inoltre che il prossimo conclave venga affidato a un’agenzia di lavoro temporaneo in grado di individuare, sulla base dei curriculum pervenuti, il candidato più adatto ad assumere momentaneamente le veci di Dio in terra. Gli stessi cardinali, un tempo abituati a brigare per giorni e giorni nel chiuso delle mura vaticane, saranno ora chiamati a collaborare col nuovo Papa in accordo col progetto che l’Altissimo prevede per loro (contracti ad progettum).
La stessa formula fino ad oggi utilizzata per presentare ufficialmente al mondo il vicario di Cristo, la tanto celebre “Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam”, sarà sostituita da un più realistico proclama: “Nunzio vobis solitam manfrinam: habemus Papam ad tempum determinatum”.
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