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Spinello? Fai da te

2 settembre 2010 - paolo de gregorio

- spinello? fai da te -
di Paolo De Gregorio, 1 settembre 2010

Come ci rivelano i dati del Ministero dell’Interno (direzione generale servizi anti-droga), in Italia vi è una diffusa attività di coltivazione di “cannabis” dalle cui foglie si ricava il “fumo” ossia la marijuana.
I maggiori sequestri di piante si sono verificati in Sicilia e Calabria su territori spesso demaniali, controllati da cosche mafiose, con pochissimi rischi per i coltivatori, essendo il controllo mafioso del territorio una delle caratteristiche peculiari di queste regioni.
Per il resto d’Italia, leggendo i dati ufficiali, si tratta di piccole o piccolissime coltivazioni a cura di ogni ceto sociale, per uso personale o piccolo spaccio verso amici e conoscenti.

Sembra proprio che la crisi economica abbia generato una iniziativa di autosufficienza spinellara, all’interno di una cultura giovanile che non considera droga lo spinello.
Il fenomeno è diffuso in tutte le regioni e se si vuole leggere lo specchietto dei sequestri di piantine basta aprire l’ultimo numero de l’Espresso a pag. 46.
La riflessione che faccio io è la seguente: vale la pena spendere miliardi, impiegare forze dell’ordine, ingolfare i tribunali, per esercitare un contrasto verso una sostanza che, comunque, arriva a chi vuole consumarla?

Il mercato OGGI è in mano a mafie e spacciatori, che si premurano di far arrivare dovunque questa sostanza, DOMANI, se si liberalizzasse la coltivazione e l’uso, queste figure criminali sparirebbero di colpo.
Qualunque persona di buon senso capisce questo rapporto di causa-effetto, come gli olandesi che da anni hanno liberalizzato, e non è vero che è automatico che si passi da questa sostanza a droghe pesanti.
Infatti, il consumo di marijuana è diffusissimo a fronte di un numero contenuto di tossicodipendenti.

Sono tali e tanti i vantaggi, evidenti, della liberalizzazione di coltivazione e uso della “cannabis”, che bisogna pensare male di qualunque governo che lascia le cose come sono, individuando una volontà di lasciare il mercato in mano a mafiosi e spacciatori senza riuscire ad impedire l’uso e l’acquisto.
La liberalizzazione non farebbe aumentare di una sola unità il numero dei consumatori, lo Stato non butterebbe soldi inutilmente, le galere e i tribunali respirerebbero, spacciatori e mafiosi perderebbero soldi e potere.
I governi del “fare” non fanno un bel niente, sono troppo occupati a consumare Viagra o a pippare coca.
Paolo De Gregorio

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