Ciao Francesco, hai vinto la tua battaglia con la vita
Oggi Francesco Cascioli ha vinto la sua battaglia con la vita. Una battaglia durata 57 anni, interamente impiegati a dare un senso vero e vivo al tempo che gli è stato dato da vivere.
Una battaglia vinta perché Francesco non si è mai lasciato tentare dai demoni del denaro, del successo, della celebrità, del vippismo, ma ha sempre e incessantemente lavorato dietro le quinte con il sorriso sulle labbra, con la voglia di divertirsi e divertire sentendosi vivo e libero, con l'istinto irrefrenabile di seguire le proprie ispirazioni, di inseguire ogni farfalla che svolazzava nella sua fantasia con un retino fatto di curiosità e intelligenza.
Un uomo che non ha fatto la storia ma che ha arricchito tante storie di vita con la sua grande umanità che lo ha reso capace di farci sorridere e riflettere anche sugli aspetti più seri e cupi dell'esistenza, perfino del primo infarto che lo ha colpito nel 2007, una disavventura che lui ha trasformato in un appassionante e divertente racconto "sulla cardiologia vista con gli occhi di un paziente".
Francesco era una persona talmente ricca che era impossibile smettere di conoscerlo.
Alcuni hanno conosciuto questo grande artista come autore televisivo, esperto di formazione e consulenza aziendale nell'ambito delle nuove tecnologie, illustratore editoriale, appassionato di letteratura e analisi del testo, fotomontaggista de "Il Male", scrittore di libri umoristici. Parlando personalmente, io l'ho conosciuto ben quattro volte.
La prima volta l'ho conosciuto come sceneggiatore di fumetti quando ero studente negli anni '80, e il suo "Ciacci" realizzato a quattro mani con il grande Bruno D'Alfonso è diventato il mio idolo da adolescente, il racconto che ha condito con allegria gli anni del mio diploma.
La seconda volta l'ho conosciuto come pioniere del cyberspazio, quando mi affacciavo su internet a metà degli anni '90, e la sua mailing list di barzellette "Il Palo" è stata per molti anni il primo e il più grande contenitore di umorismo disponibile in rete, con Francesco che regalava a centinaia di persone barzellette, battute e occasioni per sorridere.
La terza volta l'ho conosciuto come appassionato di "filatelia autarchica", quando l'ho coinvolto nel mio libro "Elogio della Pirateria" per raccontare le surreali disavventure giudiziarie che lo hanno colpito. Il suo "crimine" era l'irrefrenabile fantasia che lo ha spinto a produrre francobolli inventati, come il mitico francobollo nero sul bicentenario dell'eclissi solare, trasformato in un "corpo del reato", solo perché i postini erano abbastanza fessi da credere che fosse vero, e inoltravano senza problemi le lettere con i francobolli di Francesco, anche quelli più improbabili. Il più grande sberleffo alla cupa seriosità dei francobolli ufficiali fu la sua piena assoluzione perché il fatto non costituisce reato: inventare francobolli inesistenti non è un crimine, la legge punisce solo chi cerca di copiare quelli veri, che Francesco trovava insopportabilmente brutti.
La quarta volta l'ho conosciuto come amico e collega, quando su mio invito si è unito con l'entusiasmo di un ragazzino al gruppo fondatore della rivista Mamma!, regalandoci le sue vignette geniali firmate con lo pseudonimo "Pacesco" e realizzate in collaborazione con l'altro "Mammifero" Paolo, a testimonianza del grande amore di Francesco per il gioco di squadra e la sua allergia agli atteggiamenti da primadonna che tanto male hanno fatto alla satira "Ufficiale".
Come omaggio a Francesco, Paolo ha continuato a usare questo pseudonimo anche in questi ultimi giorni di malattia, e ci auguriamo sinceramente che continui a usarlo per mantenere viva l'eredità artistica di questo grande campione della fantasia, che ha lasciato il mondo con più sorrisi di quanti ne aveva quando ci è arrivato.
Siamo onorati di averlo avuto come collega e complice sulle pagine di questa nostra rivista che in fondo gli somigliava molto: grazie al suo esempio, per dire qualcosa di nuovo a chi ci legge abbiamo cercato la massima qualità in quello che facciamo e la massima umanità in quello che siamo. E' l'unico modo per non essere sconfitti dalla vita.
Ciao Francesco, chissà che cosa ti starai inventando dove sei adesso.
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