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FORZA MAFIA!

1 luglio 2010 - paolo de gregorio

Ringrazio il Fatto Quotidiano per questo titolo di oggi 30 giugno, a tutta prima pagina. 

Ho però l’impressione che la pesante condanna d’appello a 7 anni di carcere per Dell’Utri, che ne stabilisce il ruolo mafioso, sia stata accolta quasi con sollievo perché non si è arrivati ad accertare il ruolo dell’imputato nella stagione delle bombe 92-93 e nella “trattativa” Stato-mafia.
Resta il fatto assai imbarazzante che questo signore sia stato, fin dal 1973, collaboratore e sodale del signor Berlusconi, che gli affidò il cuore finanziario della Fininvest, ossia Publitalia, fu cofondatore insieme a B. di Forza Italia, e ciò dimostra, oltre a Mangano “eroe” in forza ad Arcore, che vi fu contiguità stretta tra Berlusconi e la mafia nel tramite di questi personaggi condannati per mafia.
Dopo l’amicizia con il pregiudicato Previti, che B. voleva fare ministro della giustizia, dopo l’amicizia col delinquente Craxi a cui deve il monopolio televisivo, dopo la contiguità con Dell’Utri, dopo più di 30 leggi “ad personam” per evitare i processi che lo riguardano, chi, sano di mente, può pensare che costui sia un perseguitato dai teoremi delle toghe rosse?

Io credo che viviamo in un paese così marcio e corrotto che considera il percorso berlusconiano (vecchissimo intreccio tra affari e politica) come una prassi normale. Normale fare patti con la mafia (vedi Andreotti), normale occupare il potere per il proprio tornaconto economico, e questa tolleranza per il “berlusconismo” non viene dal nulla, ma da 50 anni di falsa democrazia, in cui le élites economiche, il Vaticano, le clientele della politica, il peso di USA e NATO, hanno forgiato la mentalità dei cittadini facendone dei sudditi passivi.
La “nuova cultura”, veicolata dalle TV berlusconiane, ha attecchito su un terreno fertile, concimato da 40 anni di democrazia cristiana, dalle sconfitte di una sinistra a perdere, e le bugie più clamorose, ripetute all’infinito, sono diventare le verità ufficiali, il mantra che ogni giorno recitano i vari Minzolini, Capezzone, Cicchitto, a reti unificate.
Ecco perché non succede niente.
Il cadavere della sinistra è ormai in putrefazione e, senza opposizione, una condanna per mafia di un senatore PDL diventa quasi assoluzione.

 

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