Discorso alla Nazionale
«Ragazzi, so che quella che ci attende contro la squadra-materasso chiamata Slovacchia è una partita che abbiamo già in tasca e che ci tocca disputare solo in ossequio ai diritti televisivi e alle richieste degli sponsor. E so che avevamo già concordato di non infierire con una goleada a scapito di quei poveri giocatori amatoriali dell’Europa dell’Est che coi loro stipendi da metalmeccanici in cassa-integrazione si sognano ferie in Costa Smeralda con codazzo di veline al seguito. Riconosco altresì che in occasione del ritiro pre-Mondiale, in ottemperanza a valori sempre più rari quali lealtà e trasparenza, vi avevo strappato la promessa che avremmo onorato ogni singolo match disputato. Ma le cose sono cambiate: mentre noi siamo qui impegnati a difendere il titolo di Campioni del Mondo, il nostro Paese sta attraversando una crisi politica senza precedenti. Ho preso personalmente la decisione negli scorsi giorni di tenervi segreta la notizia perché era bene che vi concentraste sulle foto coi tifosi. Ora però è il momento di aggiornarvi sulle malaugurate vicende istituzionali della nostra amata patria: a un discutibile politico sottoposto a indagine giudiziaria è stato offerto un ministero inventato di sana pianta al solo scopo di proteggerne l’incolumità sotto l’ombrello legale del legittimo impedimento. Norma quest’ultima, se ben ricordate, contro cui già protestammo simbolicamente nella forma di una stentata qualificazione ai Mondiali. Adesso però vi chiedo di più! Vi chiedo di ingoiare l’amaro calice dell’umiliazione in nome della salvezza della Nazione! Come? Semplicemente perdendo in modo talmente vergognoso da costringere l’indomani stampa, magistratura, partiti e opinione pubblica, insomma l’Italia tutta, a trovare un capro espiatorio che liberi gli Italiani dalla frustrazione della sconfitta calcistica. Ragazzi, io vi chiedo di sbagliare volutamente interventi, cross e goal affinché l’esasperazione venga incanalata nei confronti del neoeletto ministro Brancher ed egli rinunci pertanto al legittimo impedimento. In questo modo, quanto è vero che mi chiamo Lippi, daremo il nostro prezioso contributo al trionfo della Giustizia. Ve la sentite?»
La Storia ci racconta come finì la farsa…
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