«Ma lei è proprio... Bersani?!» «Con riserva....»
Segretario Bersani, non pensa che sia venuto il momento di giocare d’attacco?
«È sempre stato il momento. Il Pd deve tirare la palla avanti. Noi diversamente da Berlusconi, pensiamo al futuro del Paese. Berlusconi pensa al suo, e non prenderà un sabbatico. Non so immaginare che questa situazione duri ancora tre anni. Siamo chiamati a dare credibilità all’alternativa adesso. Non ci serve un papa straniero. Tocca a noi, ora».
Mercoledì, 7 del mattino, stavo cercando qualcosa da leggere in rassegna stampa su RadioPopolare (www.radiopopolare.it) della corposa intervista di Conchita De Gregorio al segretario del Pd (http://www.unita.it/news/i
Caffè alla macchinetta. Staccare i pantaloni umidi di pioggia dal sedere. E rileggere. Ma il tutto peggiora. Perché se l'allenatore dice “tirare la palla avanti” i giocatori capiscono che non c'è né modulo né tattica, “cavatevela voi”; Berlusconi più che un “sabbatico” potrebbe prendersi un “sambatico” (o un sabba-attico); e il “papa straniero”, che non è Wojtila né Ratzinger, ho capito che, nell'avvincente dibattito sul leader che dovrebbe sfidare Berlusconi non si sa quando, sarebbe un non politico e comunque non Pd. Fastidio.
Perché basta rovesciare le affermazioni di palle, sabbatici e papa stranieri per ottenere qualcosa di più chiaro e semplice tipo: “Sappiamo giocare di squadra e siamo pronti a mandare in pensione Berlusconi. Lo faremo presto non fra tre anni. Per il leader c'è tempo, questo è il momento della partecipazione e dell'unità, non abbiamo nessuna preclusione verso nessuno, deciderà la gente”.
People Have the Power, man (http://www.youtube.com/wat
Ma ormai quello bersaniano è un campionario, da “Berlusconi che cadrà come una mela” (http://www.dire.it/DIRE-PO
Va beh. Mattina presto, il caffè della macchinetta faceva schifo… Almeno sul tema “lavoratori” rivendicato con forza ad AnnoZero nella tirata di Bersani contro Travaglio (“perché noi siamo con quella gente là” http://www.youtube.com/wat
«Non credo che nessuno, nemmeno la Fiat o Sacconi, possa pensare che un diritto costituzionale sia aggirabile da un accordo. Non abbocchiamo all’amo di chi ce la racconta così. Sacconi dice che vede un grande orizzonte fatto di deroghe ad ogni livello. Se lo sogna. La Costituzione non è derogabile. È una partita delicatissima. Mi rifiuto di pensare che giunti a questo punto non si possa arrivare ad un accordo. C’è un fatto oggettivo: siamo di fronte al primo caso in Europa di rientro della produzione esternalizzata. Ci vuole buona volontà, fantasia. Bisogna sentire la voce dei lavoratori. In ogni caso Pomigliano non sarà un modello».
Quindi: diritti si, accordo si, Fiat sì, sindacati sì, referendum sì, Marchionne sì… basta un po' di fantasia – e magari un po' di zucchero – e la pillola va giù. Ansiolitico o anfetamine? Per capire cosa davvero pensi Bersani bisogna andare su La Stampa dove viene incalzato più pressantemente: «Messa così, se mi si chiede di pronunciarmi con un sì o con un no su Pomigliano, allora rispondo che il mio è un sì con riserva». (http://www.lastampa.it/red
Per scuoterlo la Direttora gli lancia un ciambellone: la manovra, il governo, Tremonti, la Lega… Tutto bene. Si capisce anche lui. Pensa alle elezioni anticipate? «Guardo l’oggi. Non so se si voterà nel 2011 ma faccio fatica a pensare ad altri tre anni così». Figurati noi… direbbe “il coro greco” di Crozza Alive. (http://www.youtube.com/wat
«Fra due o tre mesi avremo in rete tutti gli amministratori del Pd: hanno in larghissima maggioranza tra 30 e 40 anni. Detto questo, siamo e resteremo in costruzione. Avremo finito il compito quando il partito sarà in mano ai nativi del Pd». Due-tre mesi per mettere in rete gli amministratori del Pd? Ci vorrebbe una settimana per un gruppetto di smanettoni intelligenti, forse dieci giorni per una media azienda… E poi cosa sono i “nativi”? Quelli alti tre metri, dipinti di blu in un mondo chiamato P(an)D(ora)? No sono quelli “nati nel Pd”. Quindi autoctoni, indigeni, non stranieri neppure loro. Quindi nemmeno Bersani stesso. Addavenì Avatar.
«Se per stare nella società fosse sufficiente scendere tutte le settimane in piazza sarebbe facile. Bisogna prima, come si sarebbe detto una volta, aver chiara la linea: poi gestire la proposta e l’azione tra la gente. Non serve andare alla rinfusa. Ci vediamo sabato al Palazzo dello sport, da lì partiremo per la campagna d’estate». E magari, poi, andiamo tutti al Roxy Bar.
Stamattina guardo il sondaggio di Repubblica/Ipr: "Berlusconi ai minimi storici, ma l'opposizione resta al palo” (http://www.repubblica.it/p
Tre anni, Bersani? Tre secoli. Fate presto con l'avatar.
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