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C'e' vita giornalistica anche fuori dai riflettori, lontano dal sistema e dall'antisistema

Cari media alternativi: fate rete anziche' guardare i Vip

Inserra, Baldessarro, Cutrupi, Monteleone, Mobilio, Bozzo, Pistoia, Pantano, Agostino, Rizzo, Baglivo, Anastasi, D'Urso, Fresca. Chi sono? Se non lo sapete, cercateli: la ndrangheta dormira' sonni meno tranquilli.
10 giugno 2010 - Riccardo Orioles

Perché nessuno parla mai dei giornalisti calabresi? Sono i migliori d'Italia, ma raccontano - semplicemente - la verità. L'industria del consenso non sa proprio che farsene di loro. Sono i nostri naturali modelli, e interlocutori. "Nostri", di chi? Eh...

Vespa, Lerner, Santoro, Feltri, Mauro, Belpietro... Li riconoscete? "Certo che li conosciamo! Sono i massimi giornalisti italiani, quelli che fanno le notizie, i maestri". Benissimo. E ora vediamo questi: Inserra, Baldessarro, Cutrupi, Monteleone, Mobilio, Bozzo, Pistoia, Pantano, Agostino, Rizzo, Baglivo, Anastasi, D'Urso, Fresca. Chi sono? "Mah... una squadra di serie C? I prossimi candidati al Grande Fratello?". Sono alcuni dei giornalisti calabresi minacciati dalla 'ndrangheta solo negli ultimi tre-quattro anni. L'informazione, per quanto riguarda la 'ndrangheta, la fanno loro. E dunque la politica, i rapporti sociali e tutto il resto. Eppure non li conosce nessuno. Né sono in molti a conoscere (emarginati come sono) ciò che vanno scrivendo. Ecco: il problema è dell'Italia tutto qui. Esiste un'Italia fasulla ed una vera. Una serve ai sogni e ai consensi, e alle paure. L'altra non serve a niente, cioè ai poveracci qualunque e alle loro banali vite. Le due Italie si scontrano, ogni tanto: lo scontro non è però principalmente, come rappresentazione di queste Italie, fra i Grandi Guru di destra e quelli di sinistra (che pure non sono uguali: ci mancherebbbe) ma fra plasmatori di sogni e cronisti di realtà. Questi ultimi, come abbiamo visto, son pochi, son marginali e rischiano spesso la pelle, nella generale abulìa, perché la realtà che narrano spesso è criminale. A volte, quando li ammazzano, se ne parla.

Diversi dei nostri amici "realisti" (e dunque, in quanto tali, sconosciuti) in questi giorni sono impegnati in scadenze importanti (che dunque non interessano nessuno) del loro lavoro. Vediamo un po'. A Catania, Lavori in Corso - sarebbe l'"editore" di questo "giornale" - sta come al solito agucchiando faticosamente alla rete: un'assemblea di giornalisti fra una settimana, un seminario operativo (in realtà un raduno tipo scout  in una bicocca di montagna) due giorni. A Modica e Ragusa i ragazzi del Clandestino stanno organizzando quello che pomposamente chiamano un Festival di Giornalismo per fine estate (eppure, guarda un po': il Clandestino miliardario, quello di Roma, con famosi giornalisti e grandi editori, ha chiuso baracca inseguito dalla Finanza, mentre il Clandestino straccione, quello dei nostri ragazzi, è ancora qua più presuntuoso che mai). A Roma invece stasera c'è l'assemblea degli amici di Italiani.it, che dovrebbero per l'occasione presentare le loro (apprezzabili) iniziative in rete e il loro mensile cartaceo, bello e obsoleto come un brigantino. Fra Roma e Bologna, i redattori di Mamma (la rivista di satira, online e anche purtroppo - poiché costa  - su carta) continuano a migliorare il loro giornale, che già ora raggruppa disordinatamente i migliori disegnatori e satiri d'Italia. Dimentichiamo qualcuno? Sì, per fortuna: quelli di AmmazzateciTutti in Calabria, quelli di DaSud fra Calabria e Roma (in Calabria, come vedete,  ci sono i ragazzi più intestarditi d'Italia), quelli di Dialogos, AdEst e Zetalab in Sicilia; e l'inaffondabile Telejato, e Step1, e Liberainformazione...

E cosa mandiamo a dire a questi - e ai molti altri - valenti commilitoni di questa strana guerra? Niente, hanno tanto da fare che difficilmente avrebbero tempo di stare a sentire chiunque altro. Le cose importanti, comunque, sarebbero queste: 1) ogni tanto fermatevi per stare a sentire gli altri come voi, soprattutto quelli che non conoscete ; 2) non perdete tempo a fabbricare bei brigantini e non invidiate gli armatori dei clipper: avete già provveduto, invece, a fare un pdf veloce? L'avete standardizzato, e con chi?  Che politica degli standard avete? E, soprattutto, quanti lettori pensate di avere l'anno prossimo con questo pdf (opportunamente parametrato) su e- book e/o i Pad? 3) non illludetevi neanche per un attimo che i signori dell'Elenco A (vedi inizio articolo) possano o vogliano minimamente risolvere i vostri problemi; non considerateli dei modelli. I vostri interlocutori, e modelli, invece, sono quelli dell'Elenco B (vedi sopra) e i loro simili. Fate rete!

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