I capi del mondo sono dei cacasotto senza palle
Nella nostra banale stampa di provincia, i recenti fatti di sangue che hanno coinvolto le forze militari israeliani e le organizzazioni internazionali determinate a rompere l'isolamento di Gaza sono stati commentati con la solita carità pelosa intrisa di viscida correttezza politica che impedisce di chiamare le cose col loro nome, e in casi estremi addirittura con applausi ed appoggio esplicito alla violenza armata. Ma fortunatamente oltremanica si respira una boccata d'ossigeno.
Per scoprirlo basta leggere uno degli ultimi articoli di Robert Fisk intitolato "I leader occidentali sono troppo codardi per salvare delle vite", un pezzo che in Italia troverebbe spazio a fatica, ma che altrove si inserisce nel normale dibattito politico.
Fisk parla del "gutless White House statement", letteralmente "la dichiarazione senza palle della Casa Bianca", che si è limitata a dichiarare di voler "capire le circostanze che circondano la tragedia", come se non fossero già chiare di per sè. Fisk ricorda che nel 1948, quando c'erano ancora leader che provavano a salvare vite umane, i tedeschi affamati di Berlino furono aiutati dall'Inghilterra e dagli Usa che forzarono dal cielo il blocco dei sovietici, decisi a conquistare la parte ovest della città prendendola per fame.
Ma in quell'occasione i tedeschi non erano palestinesi, i russi non erano israeliani e l'occidente non era vigliacco.
Fisk se la prende anche con il "ridicolo Ban Ki-moon" messo a capo delle Nazioni Unite che non hanno il coraggio di trattare l'occupazione israeliana di territori non suoi con la stessa determinazione dimostrata quando Saddam Hussein occupava il Kuwait, e per giocare in casa si chiede dove sono il premier Cameron e il suo vice Clegg, visto che l'unico a balbettare qualcosa è stato "il caro Mr Blair".
Secondo Fisk "è ormai un dato di fatto che persone ordinarie, chiamateli attivisti o come vi pare, sono quelli che oggi prendono decisioni per cambiare gli eventi I nostri politici sono troppo privi di spina dorsale e troppo vigliacchi per prendere decisioni in grado di salvare delle vite".
Se degli europei fossero stati uccisi da qualunque altro esercito del Medio Oriente diverso da quello di Israele, ci sarebbero state ondate di sdegno, ma ormai siamo abituati alle uccisioni dell'esercito israeliano. Il problema, rileva Fisk, è che "siamo nati e cresciuti abituandoci a vedere israeliani che uccidevano arabi, e forse gli israeliani si sono abituati anche loro a ucciderli. Ma ora uccidono anche turchi ed europei. Qualcosa è cambiato in Medio Oriente nelle ultime ventiquattro ore, e dalla stupidità della reazione politica israeliana sembra che non abbiano afferrato cosa è successo. Il mondo è stanco di questi oltraggi. Solo i politici restano zitti".
Caro Fisk, non ti lamentare e guarda il bicchiere mezzo pieno: tu hai soltanto i politici che stanno zitti, da noi stanno muti anche i giornalisti, sempre pronti a pizzicare chi ruba in Italia ma più clementi con chi uccide all'estero in nome di qualunque idea di patria, per quanto distorta possa essere.
Furio Colombo, che ricordo per i suoi eccezionali corsivi con l'elmetto quando di trattava di benedire le bombe dalemiane sulla Serbia dalle pagine dell'"Unità", oggi parla sul "Fatto" di "scontro" tra Turchia e Israele, ma non mi risulta che in questa vicenda l'esercito Turco abbia ucciso cittadini israeliani su navi israeliane. E in virtù dei meriti acquisiti sul campo, in terra cielo e mare, Colombo rilancia "la proposta dei Radicali così facilmente respinta di accogliere Israele nell’Unione europea", come se di per sè bastasse ad assicurare da parte del governo Israeliano il rispetto di tutte le risoluzioni ONU che condannano l'occupazione di territori altrui. E da Colombo in giù, sono in pochissimi ad aver chiamato strage o aggressione unilaterale quello che viene spacciato nei migliori dei casi come uno "scontro" e nei peggiori come un legittimo esercizio di autodifesa.
Vabbè, meno male che c'è l'Independent. Così almeno qualcuno ci racconta quanto sono vigliacchi i nostri grandi capi del mondo. Peccato che nessuno ci aiuti a capire quanto lo sono anche certi giornalisti italiani.
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