Biscioni in seno
nuove contestazioni in vista per il Cavaliere
“Io e Berlusconi incompatibili. Tra noi due c’è un rapporto difficile”.
A dichiararlo nelle ultime ore non è un ormai prevedibile Gianfranco Fini in aperta rottura con il premier dopo stagioni di inossidabile sodalizio politico, bensì un insospettabile vassallo dalla comprovata lealtà quale l’allenatore del Milan Leonardo.
È come se il presidente della Camera, con quel suo ditino alzato a contestare in diretta televisiva l’infallibilità del monarca, avesse scoperchiato il vaso di Pandora delle recriminazioni e dei risentimenti nel dorato mondo di Berlusconia.
Come se l’isola felice popolata di sudditi soddisfatti e consenzienti si fosse all’improvviso rivelata una velenosa nidiata di serpi in seno.
Ecco che allora a Palazzo Grazioli già si preparano alla selva di ulteriori e inaspettate lagnanze pronte a esplodere sulla scia di ciò che sembra essere diventato il passatempo modaiolo del momento: quel “Sputa anche tu nel piatto dove hai mangiato fino all’altro ieri” ricco di numerosi quanto poco consolatori precedenti storici, da Cristo passando per Cesare fino a Mussolini.
Già si immagina il pupazzo Uàn convocare una conferenza stampa e rievocare anni e anni di stalking allorché un regolamento interno a Mediaset lo obbligava a girare a piedi nudi per gli studi di Cologno Monzese, tra cavi scoperti e trappole per topi, pur di non apparire più alto del capo.
Oppure un esasperato Apicella scoppiare in un pianto a dirotto e sfogare la frustrazione per le nottate insonni trascorse a correggere i testi troppo licenziosi delle canzoni del Cavaliere, intestarditosi da qualche tempo su rime sibilline del tipo “Signorina, mi consenta che le dica/ lei è proprio una grandissima…” e “Signorina, glielo dice la mia bocca/ lei è proprio una bella…”.
Ma la pugnalata letale si tema possa arrivare all’interno delle mura amiche: il solerte e silenzioso Gianni Letta che, sull’orlo di un esaurimento nervoso, potrebbe sbottare e snocciolare a perdifiato tutte le gaffe coperte e figuracce ricucite in anni di tappafalle del presidente del Consiglio, a partire da quella volta che in occasione di una conferenza di pace, presenti Obama, il primo ministro israeliano e il leader palestinese di Hamas, Berlusconi se ne uscì un secondo prima della storica firma con un “La sapete quella del negro dotato, dell’ebreo tirchio e dell’arabo maleodorante?”.
Se vuoi sostenere questo sito, Richiedi uno dei nostri libri e combatti con noi il degrado culturale.
Commenti
Inserisci il tuo commento