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Messi e Milito? Macché! LUTTWAK - LARUSSA, questi sì che sono ATTACCANTI!

18 aprile 2010 - Marco Scalia

eh

 

Mi sa che Dio dev'essersi suicidato senza dare troppo nell'occhio.

Sarebbe comprensibilissimo, se pensiamo al senso d'ineluttabile fallimento che deve averlo pervaso dopo migliaia di anni passati a vedere questi miliardi di cretini distruggere se' stessi e il paradiso che aveva loro regalato. Lasciamo perdere quelle cazzate sul serpente e la mela - per chi si richiama alla Bibbia - e le altre fregnacce su un aldilà affollato di vergini che si abbeverano a fontane di nettare tanto caro ai seguaci del Corano. Ma cazzo, ci aveva consegnato un Eden chiavi in mano senz'altra richiesta che non fosse quella di godercelo! Certo avrà pure esagerato un tantino, col nervosismo tipico dell'apprendista alle prese coi primi prototipi, quando ci scaricò addosso un Diluvio Universale per lavare via le impurità più grossolane. Ma bisogna convenire che è stato capace di sacrificare i suoi figli prediletti, pur di mondare l'animaccia nostra dai peccati commessi straparlando in sua vece.

Stiamo parlando del famosissimo Gesù di Nazareth come dell'ultimo dei Samir, Suluba, Hahmed e Vicente, innocenti bambini di cinque sei anni saltati per aria giusto dieci secondi fa in una delle centinaia di guerre più o meno dichiarate che continuiamo a combattere.                                                                                    

Dev'essere stato veramente tremendo per Lui rendersi finalmente conto che quella che giustamente considerava - Berlusconi non se ne abbia a male - la sua più Grande Opera è finita irrimediabilmente a puttane. Questo povero cristo (meglio, il suo Papi) aveva creato il cielo, l'acqua, la terra, e ci ha visto avvelenarli senza la minima remora. Aveva dato vita a piante e animali per assistere al loro progressivo sterminio da parte nostra. Addirittura con un po' di fanghiglia (e poco dopo con una costoletta) si era illuso di dare vita ad esseri "a sua immagine e somiglianza"... Che cocente delusione vederli diventare ripugnanti individui dediti alle più infime bassezze pur di accumulare sempre più potere, figa e aragoste!  E non parliamo di coloro che pretendono di rappresentarlo su questo pianeta e si spogliano delle loro ricchissime vesti solo quando si tratta di inculare qualche ragazzino!

E adesso che Lui se n'è andato - poiché, come diceva una sua creaturina riuscitagli bene, "in un mondo che manda in finale io tu e le rose non c'è posto per me" - ecco che ci ha lasciato stravaccati sul divano a discettare su chi vincerà l'isola dei famosi o il campionato di calcio. O nel migliore dei casi, a tentare col telecomando in mano un forsennato zapping per riuscire ad avere una vaga idea su ciò che succede al di fuori del nostro salotto.

E' così che - tra una sbirciata alle cosce di una gnocca che ci magnifica le proprietà di una colla per infissi e l'offerta irrinunciabile di un catorcio zeppo di optionals - ci imbattiamo nelle seriose affermazioni di un "esperto mondiale in strategia militare" e del "ministro della difesa dello stato italiano".  Essi vogliono spiegarci contorni e conseguenze della tragica farsa ordita dai signori della guerra e della droga afghana ai danni di tre stupende persone che stanno dedicando la loro vita alle cure delle innumerevoli vittime della malvagità umana.                                                                                                              

Ma Poraccio Iddio! (ci si conceda il semibestemmione alla memoria.) Che rivoltante spettacolo dover violentare le proprie orecchie per riuscire a sostenere il delirio vomitato dalla bocca financo somaticamente spregevole del signor Edward Luttwak, notissimo falco assetato di sangue e retorica USA alla John Wayne! Neppure Caino per giustificare l'assassinio di Abele sarebbe stato in grado d'inventarsi la teoria per cui chi passa la vita a ricucire i corpi innocenti degli uni straziati dalla cieca violenza degli altri andrebbe tacciato di favoreggiamento dello spargimento di sangue! E che dire di Ignazio, questa specie di tucano con maschio pizzetto volitivo che trasuda violenza fascista, gracchiando incessantemente il suo orgoglio di capo di tutti quei poveri soldati sbattuti in culo a dio a rischiare la pelle intanto che lui ostenta la sua abbronzatura da solarium?

Ci resta, come pochissima polvere d'oro setacciata tra montagne di merda, l'esempio della santa pazienza e della gran dignità esibite da Gino Strada, un uomo che ancora una volta è riuscito, davanti alla protervia di prepotenti fantocci al servizio dei mercanti nel tempio, ad argomentare con calma le ragioni di chi senza mai nominarlo s'impegna davvero ad alimentare la fratellanza piuttosto che l'odio. Altro che partiti dell'amore... 

 

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