Italica lungimiranza
Un paese decapitato nei suoi vertici istituzionali dall’insipienza politica degli stessi vertici istituzionali.
Ma quale guasto tecnico o errore del pilota!
Si tralascino per un momento le imprevedibili cause materiali: ad azzerare la nomenclatura polacca nel tempo di uno sventurato atterraggio è stato l’ingenuo provincialismo democratico di un paese afflitto da dilettantismo liberale.
Un numero così elevato di ruoli rappresentativi associato ad altrettante persone fisiche, sulla base dell’infausta associazione binaria “un incarico un individuo”.
Come se il caro vecchio adagio della divisione dei poteri corrispondesse ancora oggi a dogma insindacabile e irrinunciabile. A quale prezzo poi…
Che ingenuità! Quale superficialità! Quanta improvvisazione!
Se solo la Polonia avesse preso esempio dal lungimirante caso italiano ora non si ritroverebbe a piangere 96 tra i massimi dirigenti nazionali e a temere soprattutto le conseguenze di un pericoloso vuoto istituzionale.
Il trucco è infatti quello di concentrare nelle mani di un unico soggetto il maggior numero possibile di responsabilità e funzioni.
A dimostrazione di ciò, nella fantasmagorica ipotesi che in Italia si fossero schiantati contemporaneamente al suolo il presidente del Consiglio, l’esponente di spicco del partito di maggioranza relativa, il proprietario delle più influenti televisioni private e censore di quelle pubbliche, l’azionista di riferimento di svariate società dai molteplici interessi, il padrone della squadra di calcio più blasonata, il principale imputato nelle aule giudiziarie, l’ubiquo detentore di ville e regge, il generoso magnate delle squillo altolocate, eccetera… ecco, in un simile malaugurato caso gli Italiani si sarebbero radunati e commossi sulle spoglie di una salma sola.
Lacrime altrettanto copiose e inconsolabili, ma la tenuta democratica dello Stato ne sarebbe uscita illesa.
Ancora una volta, e nell’estrema occasione, il sacrificio di un eroe solitario per il bene del Paese!
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