E' ufficiale: i sondaggisti ragionano a capocchia
Ve lo ricordate Luigi Crespi? Massi', quell'ex militante del PCI sedotto dal Craxismo, quello che nelle regionali del '95 faceva riempire l'Italia di bandierine azzurre con sondaggi fasulli a cui abboccava solo Emilio Fede, quello che alle politiche del 2001 festeggiava nei fuori onda sulle reti Mediaset mimando rapporti sessuali per godere dei successi dei Berlusconi, quello che ha inventato il "meno tasse per tutti" e il contratto con gli italiani con la scrivania in ciliegio apparecchiata da Bruno Vespa, quello accusato di bancarotta fraudolenta nella gestione della Hdc-Datamedia, la sua fabbrica di sondaggi personale travolta da imbrogli finanziari di proporzioni bibliche.
Ebbene, dopo aver abbracciato l'antiberlusconismo (convertito alla causa del bene grazie alla meditazione buddista praticata col sole a scacchi nel ritiro monastico di San Vittore) adesso Crespi si e' dato all'antisondaggismo, dichiarando pubblicamente al Corriere della Sera del 29 marzo che per avere proiezioni sull'astensionismo l'unica strategia possibile e' fare ragionamenti "a capocchia" simili a quelli che facevano gli stregoni delle tribu' primitive cercando informazioni nelle stelle, nelle viscere degli animali o nei sassolini colorati.
Un durissimo colpo per tutti i colleghi di Crespi che continuano a spacciare come dati scientifici i ragionamenti a capocchia, ma anche per tutti i seguaci di Darwin che a dispetto delle teorie dell'evoluzione devono constatare che non e' cambiato molto rispetto a quando siamo stati creati nelle caverne.
Quando eravamo ancora su Paparazzin, avevamo gia' predetto il tramonto del sondaggismo, ma non avremmo mai sospettato che il colpo di grazia sarebbe arrivato dal Budda degli Exit Poll. Un enorme grazie a Luigi Crespi per averci aperto gli occhi di fronte a questi ciarlatani dei sondaggi che ragionano a capocchia. E poi dicono che il carcere non assolve alla sua funzione di rieducazione dei condannati.
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