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No, compagni, non diamogliela vinta!

Il canone, lo sciopero e il cyborg un po' tocco

Vogliamo "punire" l'azienda pubblica dopo la censura dei talk show? Paghiamo il doppio. E dopo tutti i partiti a casa.
17 marzo 2010 - Pia Fraus

Viene spontaneo, è chiaro. È il primo impulso. E, diciamolo, non da oggi. Sarebbero tutti contenti di non pagare il canone di abbonamento alla Rai.  Eppure, proprio oggi, vorrebbe dire cedere fino in fondo alla strategia dell’attenzione: quella di Mediaset nei confronti della tv pubblica. Mediaset per non dire Berlusconi, per non personalizzare. Niente di più nefasto. In questo momento la Rai ha bisogno di esserci, contro il lavorio di chi vuole distruggerla dall’interno. E guardate, non è complottologia, non si tratta di vedere Berlusconi ad ogni angolo. Chi scrive non è mai stata toccata dall’isteria antiberlusconiana, dal tintinnar di manette. Ma ciò non vuol dire non dare un nome alle cose. E in questo momento un nome giusto per quanto sta accadendo alla Rai (e non mi riferisco solamente all’informazione) è: minaccia di morte. Aziendale. Non pagare il canone? A chi si fa danno? A Masi forse? Dovremmo dunque credere che Masi stia al settimo piano di Viale Mazzini per mantenere in piedi l’azienda? Siamo seri. Masi esegue. Che cosa, probabilmente non lo ha capito bene.  Ma fa quello per cui è stato concepito. Non ha neanche la pulsione a “fare bene” qualcosa, non ci pensa proprio. Almeno Pinocchio, pensando al su' babbo, tra una bugia e l'altra, provava a farsi un esame di coscienza. Ma Masi una coscienza non ce l'ha. Sembra un cyborg un po' tocco Si capisce dalle interviste che rilascia: non sono umane. La sua missione  è portare la Rai sull’orlo del fallimento. Che ci riesca con i piani industriali, con assunzioni incontrollate, con la censura, in combutta con la maggioranza del Cda o da solo al telefono con il padrone, non importa. Ciò che conta è portarla al collasso. Soldi non ne restano tanti. Per far dispetto a Berlusconi dovremmo raddoppiarci il canone e dire al vecchio satrapo che noi, alla Rai, ci teniamo. Dopo, fatto fuori lui, dovremmo far fuori tutti i partiti, tutti i segretari di partito che telefonano, i sottosegretari che raccomandano, le correnti che sponsorizzano. Questa è utopia, lo so. Ma se servisse pagare di più per avere una tv democratica, pubblica, libera, io lo farei.

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