Fratelli migranti, le macchine dovevamo sfasciarle noi
Vista da fuori la violenza urbana di Milano sembra una guerra tra bande: Africa contro America Latina. In realta' e' il solito gioco dei gladiatori del circo: schiavi con le pezze al culo mandati a menarsi a morte per i porci comodi dell'imperatore, che non ha nessuna intenzione di smantellare il sistema dello schiavismo.
Neanche a farlo apposta, su questa piccola testata giornalistica avevamo riportato poche ore fa le parole illuminanti di Peppe Sini: "Qui oggi e' l'apartheid. Qui oggi occorre contrastare il razzismo, l'orrore del razzismo, l'infamia del razzismo". Ma quel "qui oggi" e' gia' diventato "la', ieri".
La', ieri, a Milano, prima che un ragazzo venisse ucciso da una evitabile e prevista tensione sociale che poi e' esplosa tra le strade, dovevamo essere noi a ribellarci, a spaccare le auto, a sfasciare le vetrine, a scatenare risse. Ma scegliendo bene i bersagli.
Le auto da spaccare dovevano essere quelle di tutti i compagni della sinistra al caviale che si sono riempiti la bocca con "il sociale" ma poi hanno creato quei mostri chiamati Cpt con la benedizione di Livia Turco e del nostro amato presidente Napolitano. Cosi' con tutte quelle macchine rotte i meccanici e gli elettrauto avrebbero potuto assumere a bottega qualche migrante in piu', per poi regolarizzarlo alla sanatoria successiva.
Le vetrine da sfasciare erano quelle del lager di Via Corelli, per troppo tempo abbandonato e ignorato assieme ai suoi occupanti perfino da quella societa' civile meneghina impegnata borghese e radical chic che poi pero' si sente tanto buona a mandare in Afghanistan i chirurghi di guerra. Ricordo benissimo un presidio di fronte al CPT in cui c'ero solo io e quegli sfigati degli Umanisti. Ed era uno dei piu' affollati. Ma quel CPT andava smantellato da subito con una sommossa popolare.
Le risse dovevamo farle scoppiare in consiglio comunale, quando i provvedimenti di sgombero di ogni struttura non omologata, dai centri sociali ai campi nomadi, venivano dismessi come problemi degli "autonomi" e dei "marocchini", mentre erano il preludio al caos che oggi esplode a Crescenzago e in via Padova, ma domani potrebbe raggiungere anche le "sciure" impellicciate di Via della Spiga barricate nei loro attici a Porta Venezia.
Per questo motivo ancora una volta ci tocca chiedere scusa ai migranti: ci dispiace di avervi lasciati soli a fare guerriglia urbana dopo avervi rinchiusi in quartieri ghetto su base etnica per colpa della nostra incapacita' a gestire i problemi sociali. Purtroppo eravamo occupati con altri problemi, e probabilmente continueremo ad esserlo anche in futuro. Ma voi non arrendetevi: magari la prossima volta se mi fate un colpo di telefono, scendo in strada a fare un po' di casino pure io. Meglio tardi che mai.
Ora pero' scusatemi, devo andare a indignarmi guardando i talk show su Youtube, e poi prima di tuffarmi nel piumone con un bel libro/inchiesta sul comodino mi fiondo su Facebook per aderire a un gruppo contro il razzismo, votare l'abolizione di un gruppo neonazi e creare un gruppo di solidarieta' con le foche monache della Mauritania. Mica ci siete solo voi migranti, eh?
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