Oggi dovrei celebrare qualcosa, ma non ricordo piu' cos'era
27 gennaio, embe'? Come d'abitudine vado su Facebook senza ricorrenze in mente. E trovo un promemoria del recidivo Daniele Sepe. Cito testualmente: "Giornata della memoria e allora ricordiamoci bene: nazisti e fascisti nei campi di concentramento ci spedivano zingari, comunisti, anarchici, omosessuali, sindacalisti, socialisti". Accazzo e' vero, era oggi! Allora provo a rimediare, faccio mia la citazione e ci aggiungo in fondo anche gli ebrei per completezza d'informazione.
Poi pero' arriva quell'altro buontempone di Franco Bomprezzi: "guarda che c'erano anche i disabili", e mi spiattella un link sugli orrori dell'eugenetica nazista, con centomila disabili, in gran parte bambini, tolti di mezzo dai "Centri di consulenza per la protezione del patrimonio genetico e della razza". Imparo qualcosa di nuovo e aggiorno il mio status su facebook.
E quando mi sembra di non avere dimenticato nessuno e di aver fatto per bene tutti i compiti, arriva Mak che spariglia tutte le carte in tavola e spiega che non c'e' un cazzo da ricordare, e dovremmo semplicemente guardare i "Negri che spediamo nei campi di concentramento in libia, oggi". E continua: "vorrei più memoria e meno giorno. Ricordare che i Cattivi di allora non son spariti per lasciare sulla Terra quei dieci Buoni da cui discendiamo oggi tutti. E' una favola ed è così che ce la raccontiamo, no? Il Giorno Della Memoria è la celebrazione del male risolto, estirpato. Ma quei nazisti e fascisti non sono stati sepolti con le loro uniformi".
E di fronte a questo coerente cinismo che buca la retorica come acido solforico, la testa va in tilt peggio di un flipper. Alla fine di questa minchia di giornata della memoria non ci capisco piu' nulla, ho le idee piu' confuse di prima, ho dimenticato cosa devo celebrare e non so piu' se sono un libertario postnazista o un complice silente degli attuali crimini di stato contro l'umanita'.
Ora mi rimetto a letto, svegliatemi tra 365 giorni e datemi qualcosa di píu' semplice. Voglio essere buono solo una volta all'anno senza dovermi sforzare troppo le meningi.
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