Dio mi ha mancato di duecentocinquanta chilometri
Dio mi ha mancato per duecentocinquanta chilometri: un'inezia per le distanze geologiche, figuriamoci per quelle divine. E tanto e' bastato a fare la differenza tra la mia salvezza a Santo Domingo e la devastazione che ha colpito il paese piu' povero del mondo. E inizi a chiederti il senso di tanto accanimento contro quel pezzo dell'isola che ha avuto l'unica sfortuna di incrociare la rotta di Colombo prima di altri atolli. Ti chiedi cosa puoi fare, e il tuo mestiere e' scrivere. E allora scrivero' che cosa mi auguro per quest'isola. Mi auguro che a partire da oggi la Repubblica Dominicana accolga con piu' rispetto gli immigranti haitiani che tagliano la canna da zucchero a due euro la tonnellata, con le sacche di sangue che ne costano 16 se ti becchi la dengue e hai bisogno di una trasfusione. Mi auguro che il razzismo dei neri dominicani verso i nerissimi haitiani, a tratti incredibilmente feroce, sia finalmente compreso per quello che e': un sistema di politiche occupazionali organizzato a vantaggio di pochi per tagliare ai piu' poveri braccianti del paese l'accesso ai diritti, ai documenti, alla dignita' a tutto vantaggio delle compagnie zuccheriere italiane. Mi auguro che l'Europa, entrata da pochissimo tra gli acquirenti dello zucchero dominicano addolcito col sudore degli haitiani, pretenda dai paesi che le vendono cibo lo stesso rispetto dei diritti umani che cerca di imporre militarmente altrove. Mi auguro che il prossimo inevitabile evento naturale possa essere reso meno catastrofico lottando contro la poverta' evitabile. Mi auguro che a partire da ora questo piccolo pezzo di mondo non sia illuminato dai riflettori solo quando i morti si contano a sei cifre. Mi auguro che il nostro turismo diventi piu' responsabile, per portare futuro a chi abita queste terre e non ricchezza alle multinazionali che le sfruttano. Mi auguro che gli zoo balneari per ricchi di quest'isola siano disertati, e che le persone sfuggite alle gabbie dei resort possano incontrare la buona gente di Haiti e non solo le sue spiagge confezionate. Ma qualcuno mi ha detto che devo amare prima di tutto il mio prossimo, ed e' per questo che domani mi auguro di trovare al suo solito posto il fruttivendolo di Haiti che in questi tre anni mi ha dato una grandissima lezione di dignita' dalla cattedra del suo carretto scassato, e spero proprio che mi racconti che i suoi stanno bene.
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