Frustrazioni di una mente pericolosa
Svelate grazie all’intercettazione di una telefonata tra fondamentalisti islamici le ragioni del mancato attentato terroristico ad oggi in Italia.
Se al nostro paese non è ancora toccato in sorte il tragico destino che in Occidente ha già colpito Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna, ciò si deve a sorprendenti motivazioni che poco hanno a che vedere con le difficoltà logistiche in loco o con l’attività preventiva dell’intelligence.
Ecco a seguire la trascrizione della conversazione tra un capo yemenita di Al Qaeda (in sigla A) e il suo braccio esecutivo appartenente a una cellula dormiente in Italia (in sigla M):
A: “Allora, come procede lì? È tutto pronto?”
M: “In teoria sì…”
A: “Come in teoria? Vi stanno addosso i servizi segreti?”
M: “No, non è quello. Figurati che non hanno capito che la Santanché è uno dei nostri”
A: “Devo quindi dedurre che ci sono problemi con la reperibilità dell’esplosivo…”
M: “Non è neppure quello. Tra fuochi artificiali nel Napoletano e curve delle tifoserie il materiale non manca”
A: “E allora di cosa si tratta?”
M: “È che ci bruciano le iniziative! Immancabilmente ci anticipano e mandano tutto all’aria! Arrivano prima di noi e fanno meglio di noi!”
A: “Adesso fai un lungo respiro e mi dici con calma a chi ti stai riferendo”
M: “Gli italiani!”
A: “Italiani che fanno fuori altri italiani? Spiegati meglio…”
M: “Programmiamo un’esplosione in una grande fabbrica e quelli non passa giorno senza che provochino almeno un morto sul lavoro per negligenza e incuria. Miriamo a un ospedale pubblico ma non riusciamo a tenere l’implacabile passo della malasanità. Ci accingiamo a causare un disastro ferroviario ma poi rinunciamo di fronte all’impietosa scena di passeggeri bloccati per ore al buio e al gelo (li ho dovuti addirittura rifornire personalmente di panino e coperta). Predisponiamo un attacco in una sede universitaria e quelli sono così diabolici da scordarsi al momento della costruzione il pilone portante e provocare così anni dopo il collasso del dormitorio studentesco…”
A: “Leggo sconforto nelle tue parole, ma non devi mollare ora. Ricorda che hai scelto la strada del martirio!”
M: “Mi dispiace capo, ma questi l’hanno abbracciata con più convinzione prima di noi…”.
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