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Netta presa di posizione del Vaticano dopo le polemiche all’interno della comunità ebraica legate alla decisione di accelerare la beatificazione di Papa Pio XII.
Alla base di tanto scontento l’atteggiamento di omertoso silenzio che gli ebrei imputano al sommo pontefice all’epoca delle persecuzioni razziali.
Perplessità e critiche tuttavia subito respinte da un perentorio comunicato dell’ufficio-stampa d’Oltretevere secondo cui “Si giudica la fede, non la storia”.
Sulla scia di tale metro di giudizio si annunciano prossimamente nuove clamorose santificazioni a partire da quella dell’inquisitore spagnolo Torquemada di cui si commemora il celebre episodio della cinciallegra dalla zampetta rotta amorevolmente curata e si relega nel novero dell’eccesso di zelo gli innumerevoli casi di torture ed esecuzioni a danno di eretici o presunti tali. Quindi sarà la volta di Papa Alessandro VI, alias Rodrigo Borgia, che sarà assurto ai massimi onori in ragione del senso della famiglia talmente radicato da spingerlo a mettere al mondo numerosi figli, ai quali l’amor paterno risparmiò l’indigenza ricoprendoli di titoli e tesori.
La promozione in Paradiso investirà in seguito tutti i partecipanti alle Crociate dalla prima all’ultima, di cui si riconoscerà il sincero pentimento che ne attraversava lo spirito mentre le loro spade attraversavano grondanti sangue il corpo di apostati e infedeli.
Infine un salto al passato più recente con un doveroso riconoscimento anche a suore e sacerdoti irlandesi passati a miglior vita dopo aver sacrificato quella terrena a proteggere dalla tentazione della carne i propri fedeli all’insegna del motto latino: “Non te toccares, lascia farem ad me”.
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