Una risata ci ecologizzerà
Quando il gesto di un folle mette in pericolo il futuro della Terra.
Le conseguenze dello scriteriato attentato di Massimo Tartaglia lasceranno una cicatrice ben più profonda di quella impressa sulla faccia del presidente del Consiglio.
Il nostro Primo Ministro non partecipa causa ricovero forzato alla conferenza climatica di Copenaghen e gli altri Grandi non riescono a raggiungere uno straccio di accordo decente per la salvezza del pianeta.
Usa, Cina, India, Russia, Unione Europea, Terzo Mondo, tutti a litigare e rinfacciarsi le colpe in assenza dell’amico Silvio capace in tante altre occasioni di addolcire con cameratismo e buonumore riunioni altrimenti tese e improduttive.
Vuoi mettere in pieno scontro diplomatico tra Washington e Pechino una sdrammatizzante barzelletta sul potere inquinante dei peti a mandorla? O ancora l’atmosfera ilare che naturalmente scaturirebbe se le rivendicazioni dei paesi in via di sviluppo fossero condite con una sagace freddura sul lezzo dei poveri? E come potrebbe non convertirsi al verbo ecologista il rappresentante indiano di fronte alla simpatica boutade sul surriscaldamento provocato dal pollo al curry? E il sorriso che si dipingerebbe sul viso del presidente russo alla domanda se gli ossicini dei bimbi passati per le fauci sovietiche finivano nel sacco differenziato dell’umido?
Tuttavia, se anche allora scetticismo e inerzia dovessero prevalere tra i partecipanti al consesso, ecco giungere per voce del premier italiano la battuta risolutiva: «E ora tutti da me a inquinare la democrazia!».
Se vuoi sostenere questo sito, Richiedi uno dei nostri libri e combatti con noi il degrado culturale.
Commenti
Inserisci il tuo commento