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Una sentenza di un giudice napoletano traccia la linea

La mafia come schema di vita: arrestiamo tutti gli italiani

La ragazzina rom deve stare dentro perché inserita nella sua cultura e quindi pericolosa. Le nostre mafie spaziano dalla Sicilia al profondo Nord, quindi tutti gli italiani sono pericolosi: ecco la soluzione, un carcere grande quanto la penisola
3 dicembre 2009 - Ricciotti Ricciotti

A sentire i "testimoni" (perché li mettiamo fra virgolette si capirà fra poco) e il "giudice" (mettiamo anche questo fra virgolette, idem per la spiegazione), è andata più o meno così: Valentina (nome di fantasia), quindicenne rom, entra in una casa napoletana, prende una neonata dalla carrozzina (naturalmente non si sa per farne che) e si avvia verso l'uscita, con la bimba beatamente addormentata; la madre della neonata per fortuna vede tutto e si riprende la piccola. Valentina torna verso il suo campo rom, ma viene poi arrestata per tentato rapimento. Il nonno della neonata conferma tutto, pur non avendo visto nulla.

Valentina nega tutto (o almeno quello che ha capito, visto che al processo le hanno rifiutato la traduzione nella sua lingua, l'unica che parli) ma è in carcere da un anno e mezzo ed è stata condannata a tre anni e otto mesi anche in secondo grado. Deve restare in cella in attesa della Cassazione perché potrebbe ripetere il reato. Le zingare, si sa, rubano i bambini: una leggenda la conferma. Il "giudice" ha spiegato le ragioni - chiamiamole così - con queste parole: "Emerge che l'appellante è pienamente inserita negli schemi tipici della cultura rom. Ed è proprio l'essere assolutamente integrata in quegli schemi di vita che rende, in uno alla mancanza di concreti processi di analisi dei propri vissuti, concreto il pericolo di recidiva".

In sostanza, non solo gli zingari rubano i bambini - e perciò le parole di "testimoni" come la madre e il nonno della neonata sono sufficienti per arrestare Valentina - ma sono anche delinquenti - lo sanno tutti! - e quindi Valentina è bene che stia in carcere. Se la mettessimo fuori tornerebbe a fare quel che fanno i rom: rubare bambini e delinquere. Ora si capisce perché abbiamo parlato di "testimoni" e di "giudice" fra virgolette (molte virgolette).

Proponiamo tre esercizi.

1) sostituire la parola rom con la parola ebrei e vedere che effetto fa (anche gli ebrei, grosso modo 70-75 anni fa, rubavano bambini e appartenevano a una cultura non integrabile con quella "normale");

2) considerare che il mancato rapimento fu all'origine del pogrom di Ponticelli, quando fu scatenata una caccia al rom che condusse all'incendio dei campi della zona, destinati a insediamenti commerciali, e aggiungere che il nonno della neonata è un "uomo di rispetto" del quartiere;

3) attenersi alla regola indicata dal "giudice", applicando la quale potremmo dire che un siciliano, un napoletano, un calabrese, un pugliese, ma anche un lombardo, un veneto, un toscano, in sostanza gli italiani - vista la diffusione nazionale di mafia, 'ndrangheta e compagnia - essendo inseriti pienamente negli schemi di vita tipici della cultura mafiosa italiana, rendono concreto il pericolo di recidiva, per cui è consigliabile tenere sotto chiave tutti gli italiani. Un bel carcere grande quanto la penisola, ecco quel che serve!

Oddio, viste le ultime mete scelte dal più italiano degli italiani per le sue visite di stato (l'ottimo bielorusso Lukaschenko, che alle elezioni prende più o meno gli stessi voti che da quelle parti prendeva ai suoi tempi Giuseppe Stalin buonanima) potrebbe anche essere una buona idea.

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