Se questa è la capitale morale, figuriamoci il resto...
Si premiano i cacciatori di stranieri e la figlia del più potente fra i potenti. Viva l'Italia
Milano, si diceva una volta, è la capitale morale d'Italia, trattandosi della metropoli più ricca, più progredita, più moderna della penisola.
Nella capitale morale d'Italia capita che nello stesso giorno, dentro il Palazzo del municipio si festeggi la XX Giornata mondiale dell'infanzia, e che fuori del Palazzo si mandino gli agenti del municipio a buttar fuori dalle loro baracche (e dalle scuole frequentate da 40 bambini del gruppo) circa 300 persone colpevoli - diciamo noi - d'essere rom, oppure - dicono in Comune, ma è la stessa cosa - di essere ospiti abusivi della città.
Nella capitale morale d'Italia si assegna una onorificenza di Palazzo a un reparto di vigili del municipio deputato alla cosiddetta sicurezza sui mezzi di trasporto: è il gruppo che ha messo le grate a un bus del municipio per chiuderci dentro persone prese per strada e colpevoli - diciamo noi - d'essere straniere e soprattutto di pelle scura, oppure - dicono in Comune, ma è la stessa cosa - di non avere i documenti a posto.
Nella capitale morale d'Italia si assegna un'altra onorificenza di Palazzo a una signora che ha il grande merito - diciamo noi - d'essere la figlia, quindi l'erede, dell'uomo più potente e più ricco della città e del paese, grosso modo il padrone morale dell'Italia , oppure - dicono in Comune, ma è la stessa cosa - la massima dirigente della maggiore azienda della città e del paese.
Nella capitale morale d'Italia - diciamo noi - si portano alle estreme conseguenze i lati meno nobili della civiltà (cioè la inciviltà) dei tempi nostri, oppure - dicono in Comune, ma è la stessa cosa - Milano è la metropoli più ricca d'Italia.
Oggi Milano non è - questo lo diciamo noi - né progredita né moderna: è la metropoli amministrata con più cinismo, la città più conformista del paese. Insomma, questo sì, Milano è la capitale morale di un paese immorale, quindi è la più immorale delle città.
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