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Radio Radicale con l'acqua alla gola

E' il liberismo, bellezza!

La radio del partito "Liberale, liberista e libertario" scopre che forse il libero mercato non e' poi questa grande figata. E noi glielo ricordiamo senza pieta'.
30 ottobre 2009 - Ulisse Acquaviva

Berlusconi che fa il gesto del mitra

Eccoli la'. Io i radicali li aspettavo proprio qui, al momento di battere cassa. Erano riusciti a mischiare Benedetto Croce, Adam Smith ed Errico Malatesta, che non c'entravano niente l'uno con l'altro e messi in una stessa stanza si sarebbero probabilmente presi a botte. Il risultato e' stato il partito "Liberale, liberista e libertario" che ha reso possibile quel "grande miracolo italiano" che in pochi mesi ha partorito dal nulla il primo partito del paese anche grazie al sostegno e alla presenza sul territorio offerta in dote dai radicali per qualche piattino di lenticchie consumato fugacemente nel primo governo Berlusconi.

Ma ora che il liberismo tocca i loro interessi e non e' piu' solo una bella teoria per riempirsi la bocca nei salotti buoni, ora che pantalone non ha piu' soldi per pagare la radiolina radicale, ora che i figli di Pannella si sono rivoltati contro il loro creatore ingrossando le fila del partito del premier (o di Casini, nel migliore dei casi) eccoli qui che mandano messaggi a tappeto per chiedere solidarieta' ai cittadini e il rinnovo della convenzione allo Stato. Ecchisenefotte del liberismo.

Puntuali come un orologio la firma l'hanno chiesta pure a me, con un messaggio di posta elettronica al quale ho risposto di getto cosi':

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Salve,


Ho letto il vostro appello per salvare i finanziamenti di Radio Radicale, ma ho un dubbio: perche' mai dovrei rovinarvi tanti anni di militanza radicale liberale, LIBERISTA e libertaria chiedendo di mungere a vostro beneficio la mammella pubblica?

Quando avete sostenuto Forza Italia nel '94 aiutando Berlusconi a scendere in campo e in varie altre occasioni successive, quando raccoglievate le firme per togliere l'obbligatorieta' del versamento fiscale alla sanita' pubblica chiedendo a gran voce che ognuno potesse decidere se aderire o meno al sistema sanitario nazionale, quando avete allevato per Berlusconi rampolli da combattimento come Taradash e Capezzone, insomma quando avete portato acqua al mulino del liberismo sfrenato e dei tagli alla spesa sociale, non immaginavate che prima o poi sarebbe toccato anche a voi? Davvero non vi siete resi conto che stavate segando il ramo dell'albero dove eravate seduti anche voi?

E allora mi spiace, ma e' il liberismo bellezza: nuotate nella piscina che avete riempito goccia a goccia, buttatevi sul mercato e se il servizio che sarete in grado di offrire allo stato sara' competitivo, vedrete che non avrete problemi di sopravvivenza e non avrete bisogno di chiedere la firma a gente dispettosa e con la memoria lunga come me. Il mercato si autoregola e premia i migliori senza gli ospelli dell'intervento statale, giusto? E allora mettete alla prova il vostro liberismo e vediamo se queste teorie sono valide anche alla prova dei fatti.

Nel frattempo, mi rallegro che 6.000 persone abbiano firmato per continuare a tenervi in vita attaccati alla mammela statale, ma mi permetto di far rilevare che questi seimila sono ben lungi dal rappresentare 60 milioni di italiani. Per la potenza di fuoco comunicativo che i radicali sono in grado di esprimere, e per una organizzazione che in passato snocciolava referendum a getto continuo, seimila firme e' un numero ridicolo, praticamente zero, una riserva indiana di fedelissimi.

In proporzione, sono molto piu' significative le 350 firme che abbiamo raccolto per la campagna "Informazione Pulita" (www.giornalismi.info/ip) in cui si chiede l'attivazione di un meccanismo molto semplice: ognuno indichi nel suo 740 a quale organo di informazione destinare le proprie tasse. In questo modo ci sarebbe una gestione molto piu' democratica, trasparente e partecipata di quel miliardo di euro all'anno che viene erogato sotto forma di contributi e provvidenze a discrezione del governo. Ma questa proposta libertaria nei fatti e non solo a parole e' scomoda per tutti e quindi appoggiata da nessuno.

Se riusciremo a realizzare per l'editoria un meccanismo simile al 5 per mille dato alle Onlus indicando il codice fiscale, le firme per sopravvivere potrete raccoglierle sulle dichiarazioni dei redditi, e se offrirete un servizio sufficientemente valido vedrete che non mancheranno le persone che decideranno di sostenervi destinando a voi la quota di tasse che ora e' genericamente buttata nel grande calderone dell'informazione che a parole predica il liberismo e la meritocrazia, ma nei fatti non sa sopravvivere senza assistenzialismo e corsie preferenziali.

Nel frattempo, fino a quando il foraggio per le radio arrivera' da una classe politica che avete contribuito a costruire, e i cittadini non avranno piu' potere decisionale sulle proprie tasse, l'unica cosa che posso fare e' augurarvi buona fortuna.

Peccato per "stampa e regime", mi piaceva la vostra rassegna stampa. Ma se dovesse chiudere sono certo che qualcun altro potrebbe rifarla spendendo molto meno.

Ancora auguri

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Poi dopo aver spedito questo messaggio e scritto questo articolo, guardo un po' di agenzie e scopro che i soldi alla Radio di Pannella alla fine dovrebbero arrivare anche senza troppe firme. Vabbe', ma allora non fatemi perdere tempo, gestitevi le cose a palazzo  e non chiedetemi firme e adesioni per email se tanto poi si gioca tutto nei corridoi.  Che gente...

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