Le cose che ho imparato dalla TV poco prima di morire
E' notte e scrivo da solo al buio piangendo per il degrado del mio Paese, dopo aver ceduto alla tentazione di guardare Annozero. Pensavo che la TV didattica fosse morta con Alberto Manzi, ma oggi guardando la Rai ho imparato tante cose.
Ho imparato che la par condicio e' quel limbo televisivo dove ogni discorso di banale buon senso va interrotto da dieci cazzate urlate a squarciagola dagli amici del capo che fanno sembrare un avanzatissimo ragionamento progressista perfino le ovvieta' di Bersani.
Ho imparato che pubblicare foto d'annata con le tette della Lario sulla copertina di Libero per sputtanare quella mina vagante divorzista era una legittima operazione giornalistica perche' "le foto erano vere". Ho appena inviato a Belpietro una foto delle ragadi anali che mi perseguitano da anni, piu' vere del vero e senza ritocchi. Domattina saro' alle cinque davanti all'edicola per vederle in prima pagina.
Ho imparato che hai voglia a sguinzagliare in Parlamento la Bindi, Livia Turco e Paola Binetti, l'opposizione piu' feroce l'hanno fatta da Santoro una zoccola, una spiona e una infiltrata, tutte estranee al PD: Patrizia D'Addario, Stefania Ariosto e Veronica Lario (quest'ultima impersonata dalla Guerritore senno' sarebbe caduto il Governo).
Ho imparato che ci si puo' dichiarare direttori liberi e indipendenti di un giornale super partes anche quando la Fiat ti tiene per la palla sinistra e Mediobanca per quella destra mentre ti vanti di poter "porre condizioni agli azionisti" come il canarino in gabbia che si vanta di poter stare sul trespolo che piu' gli piace.
Ho imparato che in televisione la verita' e la memoria sono nemiche, e se fai passare acqua sotto i ponti e ti chiami Ferruccio De Bortoli puoi vantarti di aver fatto opposizione alla guerra in Iraq anche dopo aver pubblicato sul tuo giornale i depliant del Pentagono dove spiegavi che le bombe a grappolo di nuova generazione comportano "meno pericoli per i civili", invitando il lettore a festeggiare per la riduzione del numero dei morti e dei mutilati "accidentali".
Ma mentre imparavo tutto questo e spedivo per email l'autoscatto delle ragadi, dalla cucina e' arrivato uno strano odore: il tempo di alzarmi e ho visto mia moglie consumata dalle fiamme che urlava "BASTA CAZZATE NON CE LA FACCIO PIUUUU !!!!" e poi il silenzio. Qui a Voghera non succede mai niente, e la mia povera Amelia lavorava in casa, con la Tv come unica compagnia. E ora chi ci parla coi giornalisti?
Adesso sono qui che guardo la mia povera moglie abbrutita dal piccolo schermo fino a diventare cenere, e davanti a me compaiono come fantasmi sghignazzanti le visioni di Sgarbi, Capezzone, Bondi, Belpietro, Feltri, Castelli e altri telepicchiatori che mi hanno distrutto prima la mente e poi la famiglia. Tra loro cerco disperatamente il volto di Antonio Russo, ma non lo trovo: mi mancano davvero le sue cronache da cane sciolto quando si mischiava con le popolazioni piu' sfigate della terra.
Ma erano altri anni, quando si poteva ancora ascoltare la radio perche' non avevamo paura delle immagini create dalla nostra mente, e passavamo le serate ascoltando la filodiffusione in veranda, tenendoci per mano e guardando con fiducia l'orizzonte.
Ora l'orizzonte e' sparito, se lo sono preso i cantieri per la TAV, mia moglie se l'e' presa la Rai facendola impazzire con i suoi ospiti di destra nei programmi di sinistra, e io ho preso la pistola dal cassetto. Per farmi bello dicevo sempre di volerla usare per difendermi dagli zingari e dai marocchini, ma ora so con certezza che l'avevo comprata per me. Una parte di me l'ha sempre saputo.
Per farla finita sto aspettando che arrivi la troupe di Vespa a prendere le misure di casa mia per fare un modellino da sfoggiare in prima serata commentando la tragedia. Aspetto con pazienza, la pistola premuta sulla gola, la mano salda, il dito sul grilletto fermo e leggero. Non voglio fare cose affrettate: e' da maleducati farsi trovare in casa con un cadavere gia' freddo addosso.
L'unico rimpianto e' non poter vedere la copertina con le ragadi.
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