Raul Bova contro Travaglio: così mi rovini il personaggio!
Ad Annozero l'otto ottobre si parla di Mafia, con il chiaro intento di ammosciare lo share colpito da erezione improvvisa con la precedente apparizione della D'Addario. Dopo un iniziale attacco isterico di Ghedini che ha sbranato Di Pietro scambiandolo erroneamente per Rosy Bindi, il programma di Santoro prosegue con una serie di ricostruzioni per "addetti ai lavori" sulla stagione delle stragi, che stroncano per stanchezza anche le casalinghe di Voghera piu' accanite. Ma l'adrenalina dei teleutenti assopiti si risveglia immediatamente quando Travaglio parla di "fatti accertati" sull'arresto di Toto' Riina.
Al minuto 5:30 di questo video Travaglio racconta che "il 15 gennaio 1993 viene arrestato Riina, dagli stessi uomini di Mori che sta trattando con Ciancimino. E' una coincidenza oppure Provenzano ha dato un aiutino? Sta di fatto che il ROS non perquisisce il covo di Riina, e lo lascia perquisire alla Mafia".
Quando si parla degli "uomini di Mori", il riferimento e' agli agenti sotto copertura del ROS che hanno arrestato Toto' Riina, noti al grande pubblico per le fiction che hanno portato sul piccolo schermo il capitano "Ultimo" e i suoi uomini Aspide, Pirata, Arciere, Ombra, Parsifal, Vichingo, Oscar, Hitto, Solo, Veleno. E' possibile che questi eroi della TV nella realta' siano stati solo dei fessacchiotti o peggio ancora degli imbroglioni che con "un aiutino di Provenzano" hanno lasciato tutto dentro al covo per favorire losche trame?
La sintesi dei tempi televisivi introduce un po' di confusione: di fronte a queste allusioni, Raul Bova (che gia' si vede pochissimo in Tv) rischia di essere associato a sbirri marionetta manipolati da un boss. Per tutelare la sua immagine e la sua carriera di attore Raul ha deciso di passare all'azione, inviando una "bomba carta" alla redazione di Annozero che non contiene esplosivo, ma la sentenza che ha scagionato il Capitano Ultimo dalle accuse di "favoreggiamento personale" a Cosa Nostra, assolvendolo perche' la sua condotta "non costituisce reato".
Una "bomba carta" di centoventuno pagine stampate su cartoncino pressato ad alta grammatura e da un lato solo, che ha ferito vari redattori di "Annozero" successivamente ricoverati per strappi e lesioni alla colonna vertebrale dopo aver cercato di sollevare il pesantissimo pacco.
In questa sentenza, che alleghiamo nella piu' leggera versione elettronica, si legge la versione data da Ultimo su quella mancata perquisizione, diversa da quella di Travaglio che ormai e' diventata la vulgata ufficiale: il piano era quello di non accontentarsi di quell'arresto, e procedere come si era fatto fino a quel momento continuando a pedinare la gente che orbitava attorno al covo.
Si voleva sfruttare il fatto che Riina era stato arrestato lontano dal covo di via Bernini, lasciando credere ai mafiosi che fosse ancora sconosciuto alle autorita'. Nella conferenza stampa successiva all'arresto, infatti, il generale Cancellieri riferisce una versione concordata: Riina era stato intercettato, casualmente, a bordo della sua auto. Nessun riferimento venne fatto a via Bernini ed all'attività investigativa sul covo.
In quel complesso residenziale c'era ancora Pino Sansone, l'autista di Riina, che viveva li' risultando residente altrove, un importante costuttore edile il cui nome era gia' emerso in altri processi. In quelle circostanze Sansone era stato per la prima volta indicato come uomo d'onore dal collaboratore di giustizia Baldassarre Di Maggio, e Ultimo ha ritenuto che seguire questo legame tra mafia e imprenditoria potesse essere piu' efficace che perquisire il covo di Riina allertando tutti i presenti nelle case di via Bernini.
Nella sentenza sono riportate anche le affermazioni del giudice Caselli, che in una nota del 12 dicembre 1993 riportava nero su bianco la posizione assunta dal Ros: "era assolutamente indispensabile, per non pregiudicare ulteriori importanti acquisizioni, che dovevano consentire di disarticolare la struttura economica e quella operativa facente capo al Rìina, evitare ogni intervento immediato, o comunque affrettato". Di fronte a queste parole dovremmo supporre che anche Caselli aveva gli "aiutini" da Provenzano e per questa ragione non si oppose a questa linea investigativa, oppure che abbia accettato in buona fede un tentativo che a posteriori e' andato male?
Non spaventare i pesci per pescarne di piu': e' questa la versione di Ultimo, soggettiva e opinabile come quella di Travaglio ma comunque recepita in una sentenza di assoluzione e meritevole di essere conosciuta dal pubblico italiano. In base a questa versione la mancata perquisizione nel covo di Riina e' stata il futto di un errore di valutazione, di un piano mal congegnato, di una ingenuita' che potremmo trasformare nell'ennesima barzelletta sui Carabinieri se proprio vogliamo, ma certamente non una operazione guidata nell'ombra da Bernardo Provenzano con un "aiutino" per fare dispetto a Riina come e' stato lasciato intendere.
Ma in fin dei conti il giornalismo e' proprio questo: spiegare onestamente e senza omissioni il maggior numero possibile di versioni per aiutare il pubblico a farsi un'opinione articolata. Soprattutto se una di queste versioni e' l'ipotesi allusiva di un giornalista (per quanto autorevole come Travaglio) e l'altra e' stata sposata da una sentenza in cui lo stesso Pubblico Ministero nelle sue conclusioni ha chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste o comunque non costituisce reato. La sentenza la potete scaricare qui, le allusioni di Travaglio sono su Youtube, che ognuno si faccia la propria idea su quelle indagini.
L'assenza della versione di "Ultimo" ad Annozero e' la molla che ha fatto scattare la ribellione di Bova contro Travaglio e la spedizione della "bomba-carta", consegnandoci una preziosa lezione: nell'Italia dei Berluscloni che vive di pane e Tv, puoi chiamare mafioso il presidente del Consiglio, puoi attaccare il Papa, Cosa Nostra e la massoneria, puoi far scoppiare scandali e denunce anche ad altissimo livello, ma le fiction non si toccano. E' patrimonio nazionale.
PS Ogni riferimento a Raul Bova in questo articolo e' puramente inventato per fare un po' di scena, come del resto lo e' il racconto di Travaglio sull' "aiutino di Provenzano", quindi siamo 1-1. Tutto il resto e' rigorosamente vero, e c'e' da crederci se a difendere Ultimo ci siamo noi che di botte dai caramba in manifestazione ce ne siamo beccati abbastanza da mettere insieme varie prognosi riservate. Ma nemmeno quelli avevano bisogno dell'"aiutino", menavano benissimo da soli.
Allegati
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La sentenza sulla mancata perquisizione al covo (758 Kb - Formato pdf)La sentenza del Tribunale di Palermo del 20 febbraio 2006 che ha assolto il capitano Ultimo, dove e' spiegata per filo e per segno la vicenda della mancata perquisizione cosi' come e' stata ricostruita nel dibattimento processuale.Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).
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La versione del capitano Ultimo (3586 Kb - Formato mp3)Dichiarazioni spontanee rilasciate durante il processo
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