Bobba so pare, Bobba so mare, Bobba la figlia e la sorella
Fino a venerdì scorso, tutto quello che sapevo di Cigliano derivava da un ricordo giovanile, la presenza di una discoteca - il Due - che a tratti proponeva generi musicali un po' diversi dal solito e per questo valeva il viaggio sin da Biella. Organizzare una macchinata per arrivare fino a Cigliano, provincia di Vercelli, distanza da Biella chilometri 49, sembrava chissà che. La dice lunga sul provincialismo del sottoscritto, che oggi invece se ne va avanti e indietro a Milano e a Torino senza più provare lo stesso brivido.
Comunque io Cigliano, al chiaro, non l'avevo mai vista. L'ignoranza, si sa, uccide. E infatti, il destino cinico e baro ha presentato il suo conto qualche giorno fa, sotto forma di una telefonata proveniente da Torino in cui mi si spiegava che il comitato Marino di Vercelli aveva qualche problema a coprire tutti i congressi del territorio, e quindi serviva una mano da parte dei fratelli biellesi - una fazza, una razza - a cominciare dal congresso di Cigliano, organizzato per il giorno dopo.
Il Partito Democratico di Vercelli vive un conflitto tra blocchi contrapposti che è simile a quello che si verifica altrove, e in termini solo apparentemente diversi pure qui a Biella, in cui uno dei contendenti locali è Luigi Bobba.
Di Bobba sapevo alcune cose, ma sfortunatamente, come vedremo, non tutto: sapevo, ad esempio, che è l'inventore del termine teodem. Cito da Wikipedia: "Il termine teodem è un neologismo coniato da Luigi Bobba, senatore ed ex presidente delle Acli, spesso usato dai mass media, in ambito politico, per indicare le correnti cattoliche schierate politicamente con il centro-sinistra (e il Partito Democratico, in particolare) e caratterizzate dall'aderenza alle posizioni etiche e dottrinali propugnate dalla Chiesa cattolica. Nel linguaggio politico comune il termine ha finito per significare integralista cattolicoschierato nel centro-sinistra".
Bobba, per dire, è uno di quegli esponenti del Partito Democratico, come ad esempio Paola Binetti, che quando è il momento di affrontare certi temi - coppie di fatto, testamento biologico, interruzione di gravidanza - si leva la casacca del partito, si infila il cilicio e si schiera con le posizioni più fondamentaliste della gerarchia ecclesiastica.
L'enorme quantità di cose che ignoro comincia a colmarsi quando prendo lo stradario di Cigliano per cercare l'indirizzo della sede congressuale, e vi trovo via Giovanni Bobba, via Guido Bobba e via Romualdo Bobba. Bobba ovunque. Preso da un senso di disastro imminente, vado su Wikipedia, e scopro che Bobba, sorpresa, è originario di Cigliano. Grazie a Google, trovo un Romualdo Bobba di metà 1800, pioniere dell'istruzione e autore del saggio "La pretesa riforma cartesiana", che non ho letto ma dal semplice titolo mi sembra già un imprinting mica da ridere sui suoi discendenti e su una certa diffidenza verso il pensiero razionale. Trovo anche un Giovanni Bobba di fine 1800, ufficiale alpino,alpinista ascensionista, e un capitano Guido Bobba, pilota di biplano e asso del terzo stormo, 74a Squadriglia, inviato a combattere in Francia nel giugno del 1940, entrambi di non certa attribuzione parentale.
Inizio a sentire puzza di bruciato, ma ormai sono in ballo, e quindi prendo i miei quattro appunti e vado a Cigliano. Rintraccio il locale salone della biblioteca, che è quasi vuoto ma allestito con decine e decine di sedie. Abituato ai congressi biellesi, che si svolgono a mezze dozzine di iscritti per volta, un po' rido di questo sfrenato ottimismo. Poi mi spiegano che la sola Cigliano ha ben 60 tesserati: il paese fa circa 4.500 abitanti, il che significa che fatte le debite proporzioni Biella dovrebbe averne 600, di militanti. Invece ne ha solo 200, e tutto il Biellese arriva a malapena a 900.
Comincio a sentirmi come la capretta in Jurassic Park, soprattutto quando, in un salone che con un certo ritardo si è riempito di ben 42 iscritti, vedo entrare Luigi Bobba in persona, accolto da pacche sulle spalle, abbracci, e un coro di "ciao Gigi". Pur essendo un ospite, oltre che uno sconosciuto, anch'io vengo accolto con calore e gentilezza, ma con un diverso approccio: "Ciao, sei qui per la mozione Marino? Benvenuto, ma guarda che qui non tocchi palla". Bene.
Prendo posto al tavolo dei presentatori, pronto a farmi sbranare. Del resto, nel 107 d.C. sant'Ignazio di Antiochia fu dato in pasto ai leoni - non è una battuta - e come sostenitore di Ignazio Marino il mio destino è quindi ineluttabile. Alla mia destra c'è Bobba Luigi, direttamente di fronte a me ci sono Bobba la moglie e Bobba la figlia (o presunta tale). Per fare un paragone comprensibile ai biellesi, è come cercare di far politica a casa di Susta. E con "casa" non intendo Biella, ma proprio il suo tinello, con la moglie che ti serve un caffè amarissimo che ti tocca mandar giù in per non offendere i presenti.
Non avendo in famiglia piloti di biplano, cerco ispirazione in Pietro Micca, il local hero che ho più a portata di mano, e pur sapendo di dover morire mi levo almeno la soddisfazione di dire a Bobba tutto quello che penso dei farisei che ammorbano il partito e la politica italiana. Lui mi guarda per un attimo, con un espressione del tipo "ti stupirà, ma non è la prima volta che mi dicono queste cose": comunque, per me è una piccola soddisfazione, l'unica della serata.
La presentazione va come è destino che debba andare: sei voti alla mozione Bersani, presentata da un ragazzo, Andrea Pacella, che è venuto apposta da Roma, e che mi spiega essere il responsabile nazionale "Welfare e sapere" dei Giovani Democratici, qualsiasi cosa significhi. Io prendo un voto: fatti due conti, e tenendo presente che Pacella si è sciroppato 678 chilometri, ha raccolto un voto ogni 113 chilometri, cosa che mi consola dall'averne percorsi 49 per prendere il mio. Bobba ne prende 34. Triplo filotto reale ritornato con pallino, quasi un voto per ogni metro che casa sua dista dal congresso, anche passando per le varie vie Bobba: è già tanto che non si sia presentato in vestaglia.
Chiuse le formalità, alcuni dei presenti vengono a parlarmi, trattandomi un po' come il sopravvissuto a un incidente aereo: mancano giusto la coperta e la tazza di caffè. "Vedi - mi dice uno - qui siamo tutti comunisti, e non credere che ci siano andate giù le posizioni di Bobba sul testamento biologico. Però, sai com'è, Gigi è un amico".
Sì, so com'è. Sipario.
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