Le bugie hanno le gambe belle
La solita stampa maliziosa non aspettava altro che da un’analisi comparata tra impegni istituzionali e festini privati emergessero le bugie di Silvio Berlusconi per rileggere in chiave sessual-menzognera l’intera biografia del premier. A far da detonatore quanto avvenuto il 17 dicembre dello scorso anno allorché, accampando la scusa di un improvviso strappo muscolare, il presidente del Consiglio avrebbe disertato una cerimonia ufficiale al Quirinale per preferirvi una cena a Palazzo Grazioli in lasciva compagnia di seducenti ragazze.
Sarebbe così emerso che, a giustificare le ripetute assenze negli anni dell’asilo, non c’erano morbillo, orecchioni e polmoniti varie, ma precoci fornicazioni con le mamme dei compagni. Oppure che i ricorrenti mal di testa delle ore domenicali di catechismo nascondevano in realtà peccaminose frequentazioni con la perpetua del parroco. O ancora che i recidivi attacchi di diarrea all’epoca del servizio militare fungevano da copertura alla viziosa relazione con la mamma del generale. Ecco spiegata col senno di poi anche la tribuna disertata in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Milan e Steaua Bucarest dell’89: altro che sciatalgia lancinante, bensì una focosa ammucchiata negli spogliatoi con le mogli della terna arbitrale. Addirittura oltre i confini dell’orgiastico quanto successo ogni 25 aprile dall’avvento in politica nel ’94 a oggi. Nessun calo di pressione a giustificare la latitanza dal palco delle celebrazioni da parte del premier, il quale in realtà avrebbe sempre festeggiato a modo suo la Resistenza con tutte le compagne dei manifestanti rimaste a casa.
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